4 gennaio 2016. Il Real Madrid esonera Rafa Benitez e, in mancanza di alternative, promuove il tecnico della formazione Castilla (la squadra B), Zinedine Zidane, come allenatore della prima squadra.
Da quel giorno sono successe tante cose. Zidane, infatti, si è dimostrato molto più che un semplice traghettatore. Alla guida di Cristiano Ronaldo & Co., infatti, ci rimase 3 anni, vincendo 3 Champions League consecutive e un campionato. Andato via CR7, però, Zidane capì che il ciclo era finito e, così, lasciò la nave.
Una sensazione, la sua, rivelatasi corretta e, dopo nemmeno una stagione, ecco il richiamo alla casa madre. Un ritorno che ha subito fruttato la vittoria della Liga, al termine di un serrato testa a testa con il Barcellona.
Tutto bene quel che finisce bene, dunque. Anzi no. Il Real Madrid, infatti, ha iniziato in malo modo la nuova stagione. Dopo il pareggio all’esordio in campionato contro la Real Sociedad, tre vittorie di misura e, infine, il crollo.
Prima la sconfitta casalinga contro il neopromosso Cadice che ha sbancato il Di Stefano con un gol di Anthony Lozano a cui gli uomini di Zidane non sono riusciti a rispondere, e, poi, la brutta debacle contro lo Shakhtar Donetsk. Una sconfitta arrivata contro una squadra nettamente inferiore, per di più falcidiata dalle assenze, che al termine del primo tempo conduceva, addirittura, per 3 a 0.
Nel post partita, Zidane ha fatto mea culpa, assumendosi tutta la responsabilità della crisi. Un mea culpa che, tuttavia, non basta per mettere al sicuro la sua panchina. Se il Real Madrid, infatti, non dovesse vincere il Clasico di sabato e la seconda sfida del girone di Champions League contro il Borussia Monchengladbach, l’addio diventerebbe scontato.
Addio, non esonero. Sì, perchè, secondo le ultime indiscrezioni, in caso di risultati negativi, Zidane potrebbe dimettersi, lasciando la panchina vacante come fatto nell’estate del 2018.
Panchina per cui sono già pronti due nomi. Il primo è Mauricio Pochettino, reduce da un grande ciclo al Tottenham e, dati i trascorsi da calciatore all’Espanyol, è rivale da sempre del Barcellona. La seconda via, invece, porta all’allenatore della formazione Castilla, Raul, in quella che sarebbe una chiusura del cerchio rispetto a quel 4 gennaio 2016.