“Vogliono 20 milioni di euro”: messo fuori rosa ma il club è inamovibile | Follia in Serie A
Casi chiusi e casi ancora aperti in Serie A. Ce n’è uno che tiene banco da inizio stagione, ecco a che punto siamo.
Qualcosa è cambiato in questa settimana dove il calcio parlato ha la meglio su quello giocato, almeno quello nostrano. Ci ha pensato la Lazio a smuovere il calciomercato con due casi chiusi, in maniera completamente differente.
Ultime giornate in biancoceleste per Felipe Anderson. L’esterno brasiliano, in scadenza di contratto, ha deciso il suo futuro. Che non è alla Juventus come in tanti speravano (soprattutto i tifosi bianconeri) e pensavano. Ma in patria, al Palmeiras.
Ma per un Felipe Anderson che va, un Mattia Zaccagni che resta. Rinnovo tutt’altro che scontato quello dell’ex Hellas Verona, vuoi per un’annata un po’ così, vuoi perché c’era molto differenza tra domanda e offerta.
Caso per il momento chiuso per la Juve: aveva ragione Cristiano Ronaldo sulla querelle con la Juve. La Signora ha preso atto della sentenza dei tre arbitri, dovrà pagare 9.774.166,66 milioni di euro (più interessi) al portoghese, ossia quanto avrebbe dovuto incassare al netto di tasse e contributi. Caso chiuso? Forse, visto che i bianconeri stanno esaminando la decisione del Collegio Arbitrale, riservandosi ogni valutazione e iniziativa a tutela dei propri diritti”.
Un anno di battibecchi
Tra casi chiusi e casi aperti, però, ce n’è uno che in pratica dura da questa estate. E che continua a tenere banco. Quello di Boulaye Dia, lo scorso anno uno dei tre migliori marcatori di Serie A dopo Osimhen e Lautaro Martinez, quest’anno più fuori (per castigo) che dentro.
Fondamentalmente in Italia si è sentita sempre e solo una campana: un anno di battibecchi dove la Salernitana inveiva e puniva a più riprese l’attaccante senegalese, per i più disparati motivi: prima dell’inizio del campionato con la storia del ritiro e durante la stagione per il rifiuto di entrare a Udinese. Rifiuto o giù di lì
L’altra campana
“Sono circolate troppe informazioni, troppe bugie. Non mi sono mai rifiutato di entrare a Udinese: quando il mister mi ha chiesto di andare a scaldarmi ho scosso la testa, non pensavo che sarei entrato perché prima di quel momento non mi ero mai scaldato. Lui ha visto questo gesto e immediatamente mi ha detto di sedermi”. Dia racconta le sue verità a L’Equipe.
“Mi disse che questa cosa doveva rimanere fra di noi – poi è andato in conferenza e ha detto tutto. Ho i testimoni”. Sta di fatto che la stagione di Dia è finita. Finita male per tutti: per la Salernitana vista la situazione e anche il crollo della valutazione di Dia, ma anche per il giocatore, certamente non contento del protrarsi di questa situazione. “E mi chiedono – rivela Dia – pure 20 milioni di danni”. Caso tutt’altro che chiuso.