In occasione del suo 35esimo compleanno, nella giornata di ieri, l’ex portiere di Sampdoria e Fiorentina Emiliano Viviano, ha rilasciato una lunga intervista a TMW. Una “chiacchierata” a 360 gradi, in cui, il portiere oggi al Fatih Karagümrük, ha parlato dei suoi trascorsi in Serie A. Viviano, inoltre, ha espresso delle importanti considerazioni in merito al campionato turco, dove milita attualmente. Non sono mancate, neppure, delle considerazioni sul campionato italiano, nonché un doveroso pensiero sull’addio di Diego Armando Maradona.
“Mi hanno chiamato da questa squadra che neanche io conoscevo. Poi ho scoperto essere storica, del quartiere principale di Istanbul, dove c’è il Gran Bazar. Erano un po’ in disarmo ma il nuovo presidente li ha portati dalla C alla A turca. Mi hanno inseguito, ho accettato e sono rimasto molto contento: strutture incredibili e qualità, forse c’è meno organizzazione rispetto all’Italia. Mi sto divertendo, anche perché la città è meravigliosa”.
“Biglia e Zukanovic non saranno nemmeno gli ultimi: guardano tanto al nostro campionato, gli piace tantissimo la mentalità italiana. Penso già nel prossimo mercato potrebbe arrivare qualcun altro. Qualche offerta dall’Italia c’era, ma tra problemi della pandemia e incertezza generale, ho preferito venire qui. Presidente e direttore sportivo mi hanno chiamato ogni giorno per due settimane, come facevo a dirgli di no? Un po’ scettico ero, ma sono molto sincero: mi trovo veramente bene”.
“Per i soldi che spendono, questo campionato dovrebbe essere molto più in alto. C’è grande disponibilità economica, anche tra le piccole realtà. C’è però un po’ di approssimazione: sono molto focosi, tendono a cambiare subito se le cose non vanno bene. Poi magari sbagliano perché danno tanti soldi a grandi nomi che però arrivano senza stimoli. Qui comunque è tutto in evoluzione e in progresso, l’unico problema è il traffico. Galatasaray e Fenerbahce hanno problemi economici notevoli: il Fenerbahce, per esempio, non vince da otto anni, mentre le altre due hanno molti debiti. Se guardate anche la classifica dell’anno scorso, è tutto molto aperto”.
Quando si parla di calcio, non è fantacalcio né Football Manager. Secondo me la Fiorentina non è completa, e mi pare l’abbiano detto o fatto capire anche direttore e allenatore. Sono convinti troveranno una quadra, ma ci sono numerose situazioni di incertezza, penso ad attaccanti e alla difesa da tre a quattro, che in condizioni normali non avrebbero portato troppi strascichi. A Milano secondo me la Fiorentina non ha giocato male, Donnarumma è stato il migliore in campo. Da tifoso sono deluso, ma come lo saranno tutti lì dentro. Però farne una tragedia non credo porti alcun bene, serve portare Ribery al suo miglior livello, così come i vari Callejon, Castrovilli, Amrabat”.
su Prandelli: “Speravo che tornasse ad allenare in generale: l’ultima volta che l’avevo sentito mi sembrava un po’ affranto dalla piega del calcio. Per me è grande allenatore e brava persona, so quanto tiene a Firenze: dobbiamo avere un attimo di pazienza. Ha cambiato modulo, stile di gioco e di lavoro: le prime due partite non sono state facili né buone, ma se gli diamo tempo farà sicuramente ottimi risultati, anche perché i giocatori ci sono. Speravamo che il processo prendesse un po’ meno tempo”.
“Qualcosa emerge. Penso ad esempio al Sassuolo di De Zerbi: è un amico, ma penso che non rimarrà lassù fino in fondo. Erano partiti molto bene, ora hanno perso con l’Inter e come dice l’allenatore è fondamentale che non perdano entusiasmo. Può esserci la qualità, ma senza fiducia manca il coraggio per provare certe giocate”.
“Ero uno dei pochi che lo sosteneva. Bruno ha sempre avuto tutto, solo che è arrivato in Italia e gli mancava la tattica e l’intensità. L’ha imparato e ora è esploso, anche perché lui ha tutto: destro, sinistro, tecnica ma anche una corsa incredibile. Lui è un leader tecnico, quello che forse mancava al Manchester United”.
“Ricordo benissimo l’esultanza davanti alla telecamera nel ’94, anche perché lì c’era pure Bati in campo. Non so se è stato il più grande tecnicamente, ma è stato il più grande. Punto e basta: rappresentava l’Argentina, la voglia di difendere il suo paese, ma poi quel carisma… Io nel mondo del calcio non ho mai sentito nessuno parlarne male”.
“Io ho giocato nell’Arsenal, una delle squadre più grandi d’Inghilterra e la pressione era vicina allo zero. Vivi in un ambiente ovattato. Qui invece, in confronto, le pressioni sono un miliardo. A volte però esageriamo nelle tutele. Comunque devo dire che in Inghilterra di ragazzi bruciati ce ne sono tanti“.
su Donnarumma: “Può diventare più forte di Buffon. Per me la cosa che rende Buffon il migliore, è la quantità di anni in cui ha reso a livello pazzesco: vent’anni. Io ritengo Donnarumma non forte, fortissimo. Ma non mi piace nemmeno affibbiare etichette. Spero per lui, che è un bravo ragazzo, che possa riuscirci”.
“In campionato vedo l’Inter un pelo sopra le altre. C’è tempo, ha scelta e possibilità di girare. Se poi dovessero uscire dalla Champions. Non sottovaluterei neanche il Napoli”.