Alla vigilia di Salernitana–Torino, gara valida per la 4ª giornata di Serie A, si è tenuta oggi la conferenza stampa di Ivan Juric. Nonostante la vittoria allo scadere nell’ultimo turno di campionato, la prestazione dei granata non ha pienamente convinto. L’obiettivo del tecnico croato sarà senz’altro dare continuità ai risultati, accompagnati da un bel gioco messo in atto.
Sui Nazionali
“Chi ha lavorato qui, lo ha fatto bene. Vojvoda è tornato con dei problemi così come Ilic, non ci saranno“.
Sulla Salernitana
“La Salernitana è piena di buoni giocatori, ci aspetta una battaglia“.
Su chi giocherà al posto di Vojvoda infortunato
“Lui viene dentro e Rado va in fascia, il gol contro il Genoa è nato così. Mi aspetto tanto da Lazaro, ha fatto bene i primi sei mesi: spero che faccia quello che ha fatto“.
Sugli attaccanti
“Contro il Cagliari abbiamo giocato con Pellegri e Sanabria: a me non piace, questa opzione non mi incuriosisce molto. Ora mi preoccupa che Sanabria torni quello dell’anno scorso, questi mesi sono stati negativi. Poi potremo modulare certe cose“.
Sulle soluzioni anti Cagliari
“Una squadra deve avere concetti chiari: se siamo passati da 37 punti a 53 è perché avevamo i concetti chiari. Adesso Sanabria deve tornare in forma, poi posso pensare di eliminare qualche giocatore e fare altre cose. Ma lì davanti abbiamo dei numeri 9, ora dobbiamo crescere come squadra con i concetti di questi anni“.
Su Soppy
“All’Atalanta era un po’ fuori dalle scelte, ma i concetti già li conosce da Gasperini. Si sta allenando bene, già domani potrebbe entrare se ce ne fosse bisogno: sono soddisfatto di come si comporta e di come sta facendo“.
Sull’inizio di campionato
“Lo vedo con otto squadre nettamente superiori, poi le altre più o meno insieme. Con il Genoa quasi ti vergognavi ad aver vinto all’ultimo, ma sono una buona squadra. Il Lecce ha trovato buoni giocatori, sarà un campionato tosto. Poi chi ritengo superiore fa un po’ fatica, penso alla Roma e alla Lazio. Vedo un campionato equilibrato e ogni gara è tosta, per il Toro dipende molto da noi stessi“.
Su Sanabria e Zapata possibile coppia
“A me non piace… Anche contro il Cagliari era fuori dalle sue zone. Lui si trova là davanti, dovresti cambiare modo di essere. Adesso proprio non lo voglio provare e non mi passa per la testa. Voglio continuità di lavoro e migliorare ciò che stiamo facendo. Zapata è stato preso non per giocare con due punte, ma per avere un attaccante più forte. Non è uno che comanda, è silenzioso ma ha una bontà d’animo importante. Ho avuto brutte sensazioni per un periodo, le squadre medie crollano e pensiamo al Lens che dopo il secondo posto è crollato. Noi allenatore delle medie dobbiamo stare attenti, perché il Toro è passato dall’Europa a salvarsi all’ultimo. Dobbiamo essere tosti e lavorare tosto, se caliamo il 5% possiamo crollare come squadra. Bisogna stare sul pezzo. Zapata ci porta esperienza e tanti valori…come l’amore“.
Sul ruolo del trequartista
“Poche squadre giocano con due attaccanti, forse cinque in tutta Europa, e cambia davvero tutto. Zapata è nata un’occasione con Buongiorno: è stata un’opportunità, la società ha ritenuto di mettere lui e migliorare. Ma non abbiamo mai parlato, non mi hanno mai detto “Ivan, vuoi cambiare modulo?”. Ora abbiamo tre numeri 9, abbiamo perso Miranchuk e preso Zapata. Adesso vogliamo qualcosa in più da Seck, poi con il tempo è tutto possibile. Poi magari possiamo anche fare il 5-3-2, ma è tutto nato negli ultimi giorni di mercato“.
Ancora sul reparto offensivo
“Il crollo della tattica di Mazzarri è stato con Zaza. C’erano Iago, Ljajic e Berenguer, poi è andato in difficoltà. E’ un modo diverso di interpretare il calcio: anche Vlahovic e Chiesa non sono due attaccanti. L’Inter lo fa bene storicamente dai tempi di Conte, ma non vedo altre squadre in Italia e nemmeno in Europa“.
Su Zapata
“Ha fatto due settimane bene, ora giocherà titolare e vediamo come regge le cose e come recupera dopo gli sforzi. E vediamo quanti minuti avrà“.
Sui tifosi del Torino
“I tifosi del Toro vogliono grandi cose e a volte non è possibile. La società nel suo dna vuole essere su, anche per la storia, e ogni tifoso granata cresce con l’idea che il Toro debba essere tra le prime sei o sette. A volte questo porta insoddisfazione. In due anni, da una situazione grave abbiamo fatto bene e dobbiamo fare attenzione a non crollare. Come staff vorremmo fare qualcosa in più, altrimenti la nostra presenza qui diventa inutile: l’unica cosa che ci fa rimanere è che facciamo un salto. Così ha un senso, ma galleggiare non va bene. E anche per noi dello staff non va bene“.