La Finlandia approda ad Euro 2020 sull’onda della prima qualificazione della sua storia alla fase finale di una maggiore competizione per nazionali. La nazionale di coach Markku Kanerva ha già superato quindi le aspettative di un’intero paese e proverà a farsi largo tra le migliori nazionali del continente consapevole che la qualificazione rappresenta, di per sé, già un successo.
Inserita nel girone di qualificazione dell’Italia, la Finlandia è riuscita a concludere al secondo posto proprio dietro gli Azzurri imbattuti, spuntandola su Grecia e Bosnia. Un cammino che ha visto i finnici soccombere soltanto alla Nazionale di Mancini dentro le proprie mura di casa. Con l’allargamento degli Europei a 24 squadre quindi il secondo posto è valso una qualificazione di prestigio all’imminente manifestazione.
La Finlandia farà quindi il suo debutto ai massimi livelli continentali nonostante non abbia, in questo momento, il ranking più alto della propria storia, raggiunto nel 2007 in concomitanza della qualificazione sfiorata ad Euro 2008. Impresa riuscita il 15 novembre del 2019 in quella che è diventata, ad oggi, la pagina più importante della storia della nazionale finlandese che sconfiggendo il Lichtenstein per 3-0 si è qualificata ad Euro 2020.
La rosa di questa Finlandia è composta da giocatori militanti un po’ in tutta Europa, spesso anche in serie minori e in campionati di secondo piano. Il giocatore senza dubbio più importante è Teemu Pukki, attaccante che ha appena riportato il suo Norwich City in Premier League. Buona qualità tra i portieri con il bresciano Joronen a fare da secondo al portiere del Bayer Leverkusen, Lukas Hradecky. Da tenere d’occhio il centrocampista Glen Kamara, di origini sierraleonesi, instancabile motorino del centrocampo dei Rangers campioni di Scozia.
La Finlandia fa parte del gruppo B insieme a Russia, Belgio e Danimarca. È contro quest’ultima che debutterà il 12 giugno in un derby Nordico tremendamente atteso dalle parti di Helsinki. Le aspettative sono ovviamente quelle di cercare di fare qualche punto se non addirittura vincere una partita per non fare la parte della vittima sacrificale di un gruppo dal buon livello medio.