Il tecnico dell’Hellas, Igor Tudor, ha parlato in conferenza stampa al termine del match fra Verona ed Empoli. Ecco le sue parole, riportate da Tuttomercatoweb:
Una partita difficile: dove l’avete vinta?
“Il Verona ha vinto con le sue forze, con le sue doti: con carattere, la preparazione fisica, la qualità dei singoli. È stata una bella partita. Me l’aspettavo così, abbiamo meritato perché abbiamo creato di più. L’abbiamo riaperta con una disattenzione, poi c’è stata la voglia da parte di entrambe di fare gol, e noi negli ultimi dieci minuti abbiamo spinto di più”.
Cosa non le è piaciuto?
“Abbiamo fatto una buona partita. Non eravamo brillantissimi fisicamente, ci è mancato qualche passaggio negli ultimi venti metri, che di solito viene”.
Dove potete arrivare?
“Vediamo partita dopo partita: I ragazzi stanno facendo veramente bene, ma da me non sentirete niente di eclatante. C’è l’obiettivo di salvarsi, e sabato c’è da battagliare”.
Ha visto quello che voleva oggi?
“Sì. Ho visto una bella voglia. Sapevamo che l’Empoli stava bene e che fa cose interessanti, con connessione tra i propri giocatori in fase offensiva. Sapevamo che sarebbe stata difficile, ma abbiamo meritato questa vittoria”.
Come ha fatto a rivoluzionare la squadra?
“Faccio il mio lavoro, ho giocatori forti e sono contento di loro. I ragazzi hanno sempre dato il massimo in allenamento, senza sbagliare nulla, e questa è la chiave per fare punti”.
Andreazzoli ha detto che siete una piccola squadra che può studiare da grande. Cos’è successo con Lazovic?
“Era colpa di Sandro che non ha capito i cambi. Ho fatto un po’ di casini anch’io, mi sono arrabbiato ma ho sbagliato io. Alla fine è andata bene. Su Andreazzoli: penso che quando un allenatore, anche quando ha una squadra di questo livello, non deve rinunciare a niente. Conta il coraggio, quanti giocatori vuoi coinvolgere in attacco. Io provo a trasmettere coraggio ai miei ragazzi”.
Ha fatto una partita con quasi solo undici giocatori.
“Raramente succede. Sentivo che non servissero cambi: mi spiace per chi era in panchina, ma un allenatore deve fare quello che sente. Alla fine è andata bene”.
Tamèze deve tirare di più? È in crescita…
“Sta giocando bene, è un ragazzo perbene e ha capacità fisiche. Siamo contenti di averlo e speriamo che lui possa continuare questo percorso di crescita al meglio”.
Il traguardo si fa sempre più vicino.
“Siamo a metà, sono d’accordo”.
Ha ancora senso parlare di salvezza? Non è limitativo?
“Ognuno può avere i propri pensieri, che a volte sono anche logici. Se vinci sempre è normale che uno aspiri a qualcosa di diverso, e quello è giusto. Da allenatore non puoi essere banale. Accumuli la sfida vincendo: prima lavorando bene, poi facendo la prestazione e infine i punti. Quella è la scalata. L’altro giorno mi è piaciuto Spalletti che ha parlato della prestazione, non del risultato. Quella è la direzione che un allenatore deve perseguire. Noi andiamo a salvarci”.