Verona, Tudor: “Solo Frabotta out. Gunter giocatore fondamentale”
Nella conferenza stampa pre Lazio, l’allenatore del Verona Tudor ha parlato sia della prossima sfida, che del dualismo Simeone-Kalinic in attacco, per poi usare parole al miele per Gunter. Ecco le sue dichiarazioni:
A che punto è la vostra crescita di condizione? La Lazio è una squadra che corre molto…
“Abbiamo lavorato bene. Sarà una partita difficile, contro una squadra composta da giocatori di qualità e da un allenatore forte come Sarri. Ci è servita questa settimana piena, per lavorare su certe cose, certi giocatori che non erano al meglio sono cresciuti. Sono curioso di vedere un bel Verona, che faccia progressi. L’obiettivo è continuare questo momento positivo“.
Ci fa un punto sugli infortunati?
“Frabotta non è tra i convocati, gli altri ci sono tutti”.
Servirà pazienza per migliorare la condizione?
“Non penso che la squadra stia male fisicamente. Per giocare questo tipo di calcio, che è particolare, stare bene non basta. Bisogna stare ancora meglio. Abbiamo lavorato bene anche da questo punto di vista, vediamo domani“.
In cosa differiscono Simeone e Kalinic?
“Dipende dalle sensazioni che ho io. Come ho già detto due o tre volte, si tratta di giocatori forti, stanno entrambi bene. Non è possibile farli giocare insieme al momento: faccio fatica a tenerne uno fuori, ma sono contento stiano entrambi bene. Preferisco così che avere meno scelta. Lasagna è in crescita, l’ho visto molto bene questa settimana, Caprari sta facendo molto bene come seconda punta, Barak è sempre pericoloso, ora ci aspettiamo che anche i quinti ci diano il loro contributo là davanti: per la Serie A sono due giocatori importanti, e possono fare la differenza. Davanti abbiamo creato abbastanza, bisogna trovare un po’ di solidità dietro, rendendo più difficile agli avversari presentarsi nella nostra area. Ma con questo tipo di gioco è normale concedere qualcosina: è un modo di pensare calcio e va accettato. A volte ti gira bene, altre no, ma la strada è questa“.
Lei ha un grande potenziale offensivo. Manca forse qualcuno che recuperi i palloni?
“Penso che la rosa sia costruita bene. Un allenatore può sempre chiedere qualcosa, ma in mezzo abbiamo Hongla, che non abbiamo ancora visto ed è un giocatore di valore, Tameze che è bravo ed è rimasto fuori a Milano per una mia scelta. Poi il calcio con le cinque sostituzioni è cambiato: l’allenatore può permettersi qualcosa in più, può rischiare ed eventualmente cambiare la partita. Parlo sempre ai ragazzi in questa direzione, chiedo loro di tenersi pronti, e mi hanno dato quasi sempre buone risposte“.
Quando calate sulle fasce iniziate a subire un po’ gli avversari. Cosa si può fare per limitare questa cosa?
“Il problema difensivo è sempre di tutta la squadra. Ma ci sta, se vai a San Siro contro una squadra che sta bene. Non ricordo parate di Montipò, sinceramente. Il rigore che hanno concesso al Milan secondo me non c’era, l’ha inventato l’arbitro. Su quel cross c’è stata grande qualità di Giroud, che è un campione, ma altre parate di Montipò non ci sono state. L’obiettivo è provare a risolvere i problemi lì, per non arrivare tante volte a giocare tre contro tre o quattro contro quattro dietro“.
Col Milan ha schierato il doppio play, come con la Roma.
“La scelta la fai in base al momento, in base a cosa vuoi guadagnare. Non voglio andare nel dettaglio dei giocatori: ho cinque centrocampisti che possono fare bene sia senza palla che con la palla. Un po’ di differenza c’è, ma non così tanta. E ho sempre utilizzato i cambi“.
Si aspettava un Caprari così?
“Queste qualità le ha sempre avute. Anche oggi gli ho parlato: gli ho chiesto di lavorare sulle cose che non ha dentro di sé, innate. La crescita dipende anche da quello: confermare quello che ti dà la natura, ma se hai qualcosa in cui fai più fatica cerca di lavorare su quello. Dipende da lui, fino a dove vuole arrivare: con le qualità che ha, può giocare dove vuole. Ma deve crescere in quello che non ha di natura. È quello il difficile: cambiare le abitudini, quelle che ci fregano. Può diventare davvero un giocatore serio e importante per il campionato italiano“.
Che Lazio si aspetta?
“Una Lazio di grande qualità. Giocatori seri, che stanno intraprendendo una strada nuova: prima giocavano a cinque, ora giocano a quattro e vanno alti. Il pericolo c’è dappertutto: li abbiamo studiati bene, penso che abbiamo preparato bene la gara, con le nostre armi e le nostre forze. Mi aspetto una partita seria da parte dei miei giocatori: una bella sfida, a casa nostra, con i nostri tifosi. Non vedo l’ora che inizi“.
Gunter le ha spiegato perché è andato così sul pallone?
“Io metto Gunter tra i tre giocatori più importanti del Verona. Per me è un giocatore forte. Se vogliamo vedere una cagatina, o l’altra, va bene: le ha fatte anche De Ligt l’anno scorso, che per me è il difensore più forte al mondo. Poi vorrei vedere altri giocare uomo contro uomo per tutta la partita come fa lui. Domani ci sarà, nonostante abbia saltato un paio di allenamenti, e sono contento“.
Qual è la condizione di Cetin?
“Ha giocato poco, perché altri hanno fatto meglio. Ha doti importanti e margini di miglioramento. Vediamo in futuro: dipende da lui, ma dipende anche dagli altri, che stanno facendo bene. C’è un Ceccherini che ha fatto molto bene, col Milan l’ho tolto solo perché era ammonito. C’è Magnani, che ha doti fisiche mai viste: ha queste gambe e questa fisicità impressionante. Poi Dawidowicz, che è in buona crescita, e Casale“.
Come si gestiscono tre partite in una settimana?
“Tiriamo fuori il meglio, pensiamo di partita in partita e basta“.
Sulla carta, però, una è più semplice.
“Bisogna fare bene domani. Va accettato, è così“.