Il 14 gennaio il Venezia ha ufficializzato l’acquisto a parametro zero di Nani. Il giocatore portoghese si è reso immediatamente protagonista nel match d’esordio contro l’Empoli, servendo un prezioso assist per il gol del pareggio di Okereke.
Oggi l’ex fantasista del Manchester United e della Lazio si è presentato in conferenza stampa, parlando dei vari fattori che lo hanno spinto ad accettare l’offerta del club veneto. Ecco le sue dichiarazioni riportate da TMW: “Il progetto del Venezia mi ha convinto, è ambizioso, io sono uomo di calcio, voglio stare in una squadra dove c’è voglia di crescere e fare sempre meglio”:
Sull’esordio positivo contro l’Empoli:
“Penso che la voglia di fare bene sia stata la cosa più importante in quella partita, non ho fatto tanti allenamenti con la squadra, per dare il massimo dovrò allenarmi di più. Per pochi minuti però andava bene comunque, ora lavorerò e aspetterò l’occasione per aiutare la squadra, sappiamo di essere in un momento difficile per la squadra”.
Sulla squadra:
“Il gruppo mi ha fatto un’impressione fantastica, mi ha accolto bene, è un gruppo giovane, ben disposto, c’è tanta energia e c’è la possibilità di fare molto bene giorno dopo giorno. C’è un margine di crescita importante e sono contento per questo, io cercherò di portare qualcosa in più alla squadra e ai più giovani. Penso sia più facile quando c’è un gruppo disponibile, con qualità ed energia, ora dobbiamo stare tutti insieme”.
Sull’esperienze in MLS con l’Orlando:
“È stata un’esperienza spettacolare, mi sentivo bene fisicamente e ho vissuto tre anni meravigliosi, questo mi ha dato tanta voglia di fare bene per tanti anni, ho voglia di fare la stessa cosa di qua. So di avere tanto lavoro davanti ma non ho paura, nella vita ho sempre lavorato tanto e con il lavoro tutto è possibile”.
Sei mai stato a Venezia? Come hai visto il rientro di Ronaldo a Manchester e un commento su Italia-Portogallo?
“Non sono mai stato qua, è la mia prima volta a Venezia, spero di avere tempo per conoscere la città, il ritorno di Cristiano Ronaldo a Manchester è bello, torna in una casa che conosce bene, in una piazza che gli vuole bene e lui là si sente a casa. Sul possibile Italia-Portogallo… è un caso molto serio, sappiamo che l’Italia è sempre una squadra tosta, in partite di play-off può succedere qualsiasi cosa, vedremo”.
Sulla vittoria più bella in carriera:
“Quella che mi è piaciuto di più è sicuramente quella dell’Europeo, quando giochi con la Nazionale sai che giochi non soltanto per il tuo Paese ma per tutti, famiglia, amici, etc… quando torno con la memoria a quell’avventura non riesco a spiegare bene le emozioni provate. Per quanto riguarda i rimpanti, volevo giocare la finale di Champions League contro il Barcellona, una partita difficile, contro una squadra fortissima, venivo da un’annata stratosferica e mi aspettavo di giocare, il mister mi disse che dovevo essere l’arma segreta, ma io volevo giocare dall’inizio”.
Sul rapporto con Ronaldo:
“Sono in buoni rapporti con Cristiano, abbiamo giocato tanti anni assieme tra Manchester United e nazionale. Quando sono arrivato allo United lui era là già da tre anni, mi ha portato a casa sua, mi ha aiutato con la lingua, a parlare in inglese. È importante quando arrivi in un paese diverso conoscere qualcuno che può aiutarti ad ambientarti. Talvolta ci sentiamo via messaggio, non parliamo tantissimo perché lui parla poco”.
Sulla Lazio:
“I ricordi che ho sono buoni, i tifosi, la gente, la città di Roma, mi sono trovato bene io come la mia famiglia, anche il club mi ha trattato bene, con tanto rispetto. Era un momento un po’ particolare per entrare nel gruppo perché era solido già di suo, giocavano bene e c’erano ragazzi di qualità. Inzaghi è sempre stato molto corretto con me e spazio non ce n’era tanto, quello è stato l’unico problema, mi è dispiaciuto perché mi sentivo bene, ho fatto qualche gol e assist e potevo fare di più. Sono stato contento però di essere stato alla Lazio”.
Sulla sua condizione fisica:
“Valutare la mia condizione fisica non è semplice perché mi sono allenato tanto ma individualmente, non è la stessa cosa che allenarsi in gruppo, voglio allenarmi tanto con i compagni per arrivare il più rapidamente possibile al top della forma, poi il campo dirà come sto”.