Marco Rossi, commissario tecnico dell’Ungheria ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport a proposito della nazionale da lui allenata.
“Scena più bella? Noi che usciamo in pullman dopo la prima partita e la gente che ci applaudo dopo uno 0-3. La squadra prima di me ha perso con Andorra, Kazakistan e Lussemburgo, era soggezione. Ricordo una gara del ’19 contro la Croazia. L’abbiamo persa nello spogliatoio per paura. Kadar s’è fatto rubare una palla incredibile da Modric. Non l’ho più convocato, ora è in Cina”.
“So che è la notorietà dei fuochi di Ferragosto: durerà niente ma va benissimo così. Non mi frega nulla della rivalsa e non mi interessa tornare in Italia. Sono contento se ho lasciato un’impronta nel calcio ungherese”.
“Ronaldo è un grandissimo campione ma a volte può essere indisponente. Dopo il rigore con noi ha esultato come se avesse segnato in finale. Le gente queste cose le nota”.
“Stadio arcobaleno? Io mi preoccupo di fare il mio mestiere, preferisco non entrare troppo nella diatriba perché qualsiasi opinione è strumentalizzabile. Ciascuno di noi ha una coscienza e io posso andare in giro a testa alta. Poi mi preme dire che, per la mia esperienza decennale, qui c’è tolleranza assoluta: anche io sono uno straniero. E non ho mai visto episodi di discriminazione verso omosessuali”.
“Mi piacerebbe tornare in un club, però ho firmato con l’Ungheria fino a dicembre 2025. Vorrei qualificarmi ai Mondiali del 2022″.