L’allenatore dell’Ungheria, Marco Rossi, ha parlato del calcio italiano e del suo percorso in panchina nel post partita di Ungheria-Inghilterra. Ecco le sue parole, riportate da Calciomercato.com.
Sulla vittoria contro gli inglesi
«Contro l’Inghilterra ho visto la squadra che volevo: concentrati e motivati, anche se a fine stagione non è semplice. Credo che la vittoria sia legittima, abbiamo anche avuto più di un’occasione per il secondo gol, una clamorosa. Nessun allenatore prepara la squadra solo per non perdere, sappiamo che giochiamo sempre contro squadre molto più forti di noi. Ma magari qualche altro punticino qua e là riusciremo a prenderlo, come abbiamo fatto spesso in questi anni».
Sul calendario
«Sicuramente sono tante, ma le date sono queste. Prendere o lasciare e non posso essere certamente io a dire che non si deve giocare questa Coppa. Anche se sono proprio le Nazionali come la mia ad avere maggiori problemi. Mancini può permettersi 3 giocatori per ruolo, noi arriviamo a malapena a 2, perché proprio non li abbiamo. Dopo la partita con l’Italia, per fortuna potrò mettere nel gruppo 2/3 ragazzi dell’Under 21, che avranno finito i loro impegni. So che il Mancio contro la Germania ha fatto esordire 6 giocatori: forse non tutti saranno pronti, ma il movimento italiano non smetterà mai di produrre talenti. Bisogna credere di più nei settori giovanili, lasciatelo dire a me che sono cresciuto in quello del Toro».
Sui problemi dell’Italia calcistica
«Dove l’Italia è veramente all’anno zero sono le strutture, gli stadi. Troppo indietro. Anche in Ungheria la situazione è cento volte meglio. Ogni club di prima e seconda divisione ha uno stadio nuovo, statale e in concessione. Ha un suo centro di allenamento, lo spazio per le academy, l’attenzione ai giovani. In Italia gli stadi sono incredibilmente vecchi, si vede male. Due anni fa sono stato a Napoli per vedere un mio giocatore, del Salisburgo. Sono stato a trovarlo in albergo e poi ho scelto di vedere la partita da casa, in tv. Perché allo stadio si vede malissimo, troppo distanti. Io non so come oggi tutto ciò sia ancora possibile».
Sul suo momento e il futuro
«Ho un contratto con la federcalcio ungherese fino al dicembre del 2025, quando scadrà il mandato dell’attuale presidente federale. Ora sono focalizzato sulle prossime partite e penso solo a quelle, vogliamo continuare a fare bene e io sono grato a chi mi ha dato l’opportunità di mettermi in mostra. Il giorno che dovessi scegliere un’altra strada lo farò alla luce del sole, in modo diretto e con la massima correttezza».