(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Pausa Nazionali

La pausa delle Nazionali più assurda a memoria d’uomo porta con sé partite di scarso interesse, obiettivi di nessun peso e una lista infinita di infortuni e casi di positività al Covid. Certo non un bello spot per il calcio, che naufraga lentamente nel mare dell’incertezza, degli stadi chiusi, dei tribunali e dei laboratori di analisi. In campo, stasera scende la Nazionale, decimata, ma già si pensa al prossimo turno di Serie A. e si fa la conta di chi ci sarà e chi no, di chi rientrerà e chi dovrà aspettare il risultato dell’ennesimo tampone a poche ore dalla partita.

Serie A femminile

Non vorremmo essere nei panni di nessuno dei venti allenatori dei top club italiani, ma a forza di guardare a cosa ci manca, il calcio degli uomini, ci stiamo perdendo, tutti e per l’ennesima volta, ciò che questo weekend di calcio ci ha regalato. Ossia il nono turno della Serie A femminile, ultima frontiera del calcio italiano, che sulla scia di una rivoluzione, o meglio di una evoluzione, partita altrove, negli ultimi due anni ha deciso di puntarci forte. Una scelta inopinabile, doverosa, che riflette la crescita di un movimento che ormai conta centinaia di squadre femminili in tutta Italia. Ma che, come spesso accade alle rivoluzioni all’italiana, non sembra aver ancora trovato terreno fertile.

Realtà fragile

Non staremo qui a disquisire della bellezza del calcio femminile, dei suoi ritmi e dei suoi tempi, questione spinosa ma non così interessante. Quanto dell’incapacità di dare progettualità ad una realtà ancora economicamente fragile, che fatica ad imporsi all’attenzione pubblica. E non si tratta solo di avere la spinta dei giornali, quanto di mettere al servizio del calcio femminile un apparato di marketing e comunicazione adeguato alle proprie ambizioni. Magari proponendo le partite di campionato in diretta sui canali social della Federazione, o coinvolgendo i colleghi uomini. Come all’estero – dalla Spagna all’Inghilterra – si vede fare spesso.

Uno spettacolo (im)possibile

Sono solo degli esempi, tra i mille che si potrebbero fare, ma l’impressione è che, in questo weekend senza calcio maschile, si sia persa l’ennesima occasione di accendere i riflettori su quello delle colleghe donne. Che, messi da parte pregiudizi e battutacce da Medioevo, hanno alzato tantissimo l’asticella, facendo della Serie A un campionato si assoluto livello. Dominato, guarda caso, dalla Juventus, che ieri ha dovuto sudare per ribaltare il risultato in casa della Florentia San Gimignano. In un match che metteva di fronte le due realtà più antitetiche della Serie A: la corazzata contro la squadra del territorio, ben più rilevante, nella terra della Vernaccia, dei colleghi maschi.

E poi, c’è il Milan che stasera affronta la Roma per restare in scia delle bianconere, il Sassuolo che sfida il Verona per confermarsi terzo incomodo, la fortissima Fiorentina che dopo un avvio stentato prova a risalire la china. I temi, a ben guardare, non sono poi così distanti da quelli della Serie A maschile. Ma oltre a qualche occhiata distratta alla classifica e agli highlights, perché non proviamo ad appassionarci, mezzi tecnici permettendo, ad un calcio diverso ma sempre più bello, ricco di talento e colpi di classe? Anche perché, il fraseggio del Sassuolo di Piovani, a ben vedere, non è così diverso dalla versione di De Zerbi…