Il Napoli non si ferma e passa anche contro il Milan, vincendo 0-2 a San Siro nel match clou del turno infrasettimanale di campionato e valido per la 10ª giornata. Quinta vittoria di fila per gli uomini di Conte, che dimostrano estrema efficacia offensiva e grande solidità difensiva. E la prima fuga della stagione è servita…
C’era molta attesa attorno a Milan-Napoli di ieri sera. Primo vero scoglio importante da affrontare per la formazione campana, che fino ad ora aveva solamente incontrato la Juventus come altra big (0-0 a Torino) in mezzo ad un calendario piuttosto facile e che ha permesso ai partenopei di prendersi la vetta della classifica.
E ora la classifica sorride al Napoli, primo in classifica a 25 punti (su 30 totali) e che ha attualmente spedito a -7 l’Inter e a-8 la Juventus, impegnate questa sera rispettivamente contro Empoli e Parma per provare a riaccorciare le distanze. Ieri a San Siro il Napoli non si è snaturato e ancora una volta non ha dato l’impressione di una squadra troppo dominante o convincente nel gioco, ma che si è fasta bastare i suoi punti di forza con grande essenzialità ed efficacia e che hanno permesso alla formazione di Conte di vincere otto delle ultime nove di campionato.
All’analisi del match di ieri sera va detto che il Milan di ieri non era al suo massimo per le tante defezioni. Le squalifiche postume di Theo Hernandez e Reijnders, le assenze per infortunio di giocatori importanti della rosa titolare come Gabbia e Abraham, e in ultimo l’attacco febbrile che ha costretto Pulisic alla panchina a poche ore dall’inizio e l’ennesima panchina per Rafael Leao. Rossoneri molto depotenziati nella loro fase d’attacco, e che in difesa sono stati puniti da due disattenzioni che sono costati i due gol che hanno poi deciso la sfida.
Il Milan non approccia male nei primi minuti, ma la partita si mette subito nell’indirizzo del Napoli per punteggio e per vantaggio tattico. I rossoneri sbagliano un’uscita dal basso, Anguissa recupera e lancia subito in verticale Lukaku (uno degli schemi codificati della squadra di Conte), la difesa del Milan si apre, Pavlovic perde il duello fisico col belga ed è lo 0-1-
La squadra di Fonseca crea di più e reagisce bene allo svantaggio e le due ali Okafor e Chukwueze danno la giusta intraprendenza e il giusto ritmo, ma le assenze citate prima fanno mancare al Milan quel colpo di talento sull’ultima trequarti per far davvero male all’organizzata linea difensiva del Napoli. Che qualcosa rischia ma non troppo e al tramonto del primo tempo piazza il secondo colpo: la difesa rossonera non chiude bene su Kvaratskhelia e lascia spazio dal limite dell’area al georgiano, che col destro trafigge un non perfetto Maignan. Due azioni pulite, due gol in un primo tempo dove le occasioni e il dominio del possesso c’è l’ha avuto il Milan.
Il secondo tempo è una sorta di lezione difensiva del Napoli, con la squadra di Conte che smette di giocare e di volere il pallone e si chiude nella propria metà campo a protezione del doppio vantggio. Fonseca prova ad aumentare il talento offensivo andando ad inserire Pulsiic e Leao, e provando a sovraccaricare le fasce e cercando di aprire il Napoli sugli esterni, e creando superiorità numerica tramite gli uno contro uno delle sue ali.
Il Napoli percepisce questo pericolo e nella fase centrale della ripresa Conte blinda i suoi con un 5-4-1 (dentro Mazzocchi per Politano come quinto di destra, Anguissa si adatta come destra così come Kvaratskhelia dal lato sinistro) che sbarra le porte al Milan anche sulle fasce laterali, con raddoppi precisi sugli esterni e una compatta linea centrale ad evitare le inbucate di un Pulisic chiaramente non in forma e assorbendo i movimenti di Morata, che si spegne nella ripresa dopo un buon primo tempo da regista offensivo e che aveva creato qualche crepa al Napoli, che trema con qualche giocata sporadica di Leao e ha anche la fortuna di incontrare un Milan poco preciso in zona decisiva.
Non una partita spettacolare del Napoli che ancora dimostra un’idea di gioco troppo basica, ma che prosegue sulla strada dell’essenzialità e dell’efficacia, del cinismo di sfruttare le occasioni (come accaduto di recente con Empoli e Lecce) in attacco e poi blindarsi con il clean sheet numero 7 su dieci partite di campionato. Basterà per lo Scudetto? Forse è ancora presto, ma la classifica è lì e recita un +7 sulla prima inseguitrice che sa di prima fuga potenzialmente decisiva.