Ultimo giro con Vale. Il DNA della vittoria, l’Inter nel cuore
“Prima o poi doveva capitare”. È la frase più diffusa in questi giorni, non dissimile dal celebre “Speravo de morì prima” che troneggiava in uno striscione all’Olimpico nel 2017, l’anno in cui un altro gigante dello sport italiano lasciava l’attività: Francesco Totti. Oggi, dopo 26 anni di emozioni e successi inarrivabili, si ritira Valentino Rossi. L’ordinario che diventa straordinario. Il primo cognome più diffuso in Italia che diventa unico, emblematico, simbolo dell’eccellenza e del successo.
Il suo piccolo comune di provenienza, ovvero Tavullia, elevato a capitale del motociclismo italiano e santuario di uno dei più grandi sportivi della storia. È sempre stato il grande ‘potere’ di Vale, trasformare il semplice in unico, rendere quel 46 un numero riconoscibile e ben distinto anche a chi non fosse tifoso del Dottore. Valentino Rossi ha cambiato le abitudini degli sportivi, tutti loro e non solo appassionati di motociclismo. Non si chiedeva a che ora fosse la gara ma: “A che ore corre Vale?”. Se chiedevi a un amico come stesse andando il motomondiale chiedevi: “Con chi se la vede Vale quest’anno?”.
Di Valentino si ricorderanno tanti episodi, dai sorpassi epici ai caschi speciali. Dai campionati dominati, alle rivalità storiche. Ma, delle sue intime passioni, si ricorderà sempre quella per l’Inter. Un’Inter che amava a tal punto da farlo sembrare un ragazzo qualsiasi innanzi alla Beneamata. Come dimenticare la tensione nel suo volto a San Siro, prima dei derby contro il Milan o della sfide di Champions League, al fianco di persone che lo vedevano umile, anche se la sua stazza sportiva poteva mettere in ombra tutti i 22 giocatori sul campo.
Proprio nella passata stagione, ai microfoni di Sky Sport, aveva celebrato lo scudetto nerazzurro figlio della cavalcata di Antonio Conte. “Quest’anno c’è stato gusto ad essere nerazzurro” commentò. Aveva commentato anche l’addio del tecnico: “Non me l’aspettavo. Nel nostro sport vai via quando non vinci. Nel calcio è il contrario: vinci e vai via”. Lo storico Triplete del 2010 vissuto a Le Mans, con la pole conquistata al sabato – in un testa a testa in campionato con Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa – e il pensiero agli uomini di Mourinho a Madrid, in procinto di sconfiggere il Bayern Monaco. Valentino ha scritto 26 anni di storia dello sport e, in un modo o nell’altro, si ricorderà sempre un motociclismo pre Vale e post Vale. In bocca al lupo campione.