Le tre impenitenti della Superlega – Barcellona, Real Madrid e Juventus – dopo il passo indietro della Uefa, adesso mettono Ceferin con le spalle al muro. Per il presidente della Uefa, punire i club che ancora non hanno abbandonato l’idea di una lega parallela alle competizioni ufficiali, è diventata una questione di principio. Per non dire una vera e propria ossessione. Solo che il vantaggio, mediatico e legale, accumulato in questi mesi, adesso si sta sgretolando sotto i suoi piedi. Dopo lo stop del Ministero della Giustizia svizzero, sia alla Uefa che alla Fifa, il procedimento disciplinare contro Barcellona, Real Madrid e Juventus è stato sospeso. E il quadro è decisamente mutato.
Ognuno resto fermo sulle proprie posizioni, convinto che alla fine l’Unione Europea ne riconoscerà le ragioni. Ma la verità è che questo è il momento giusto, forse irripetibile, per cercare e trovare un accordo. Superare il muro contro muro sta diventando un’opzione, e da Nyon, sede della Uefa, come riportato dalla “Gazzetta dello Sport”, filtra per la prima volta ottimismo. Certo, sono solo segnali, ma Barcellona, Real Madrid e Juventus, per la prima volta, potrebbero aprire ad una trattativa. Ed uscirne, come gli altri 9 club fondatori della Superlega, con una multa.
Si aspetta la sentenza della Corte del Lussemburgo: se il ricorso del Tribunale di Madrid venisse respinto, la Superlega, presumibilmente, chiuderebbe i battenti. In caso contrario, la sentenza avrebbe tempi lunghissimi, anche un anno, che terrebbe tutti nel limbo. Comunque sia, la Uefa dalla sua ha ancora un vantaggio politico importante, e la possibilità di estromettere i tre club ribelli dalle proprie competizioni. Uno scenario ad oggi improbabile, ma non impossibile. Meglio sarebbe, per tutti, deporre le armi, scendere a miti consigli, e lavorare insieme per la Champions League del futuro. Che risponda alle necessità, prima di tutto economiche, dei grandi club, e quindi alle aspettative della Uefa.