Potrebbe esplodere un autentico terremoto nella N/FSBiH, la Federazione calcistica della Bosnia. A parlane è Calcio E Finanza che riferisce come, la vicenda, abbia origine addirittura nel 2011. In quell’anno i due massimi organismi calcistici – ovvero FIFA e UEFA – avevano disposto un cambio di organigramma nella Federazione della Bosnia al fine di una gestione più trasparente. Il modello dell’epoca rispecchiava quello governativo, con un vertice ‘a tre capi’ rappresentato da una figura bosniaca musulmana, una figura croata di religione cattolica e una serba ortodossa.
La riforma, stando a quanto esplica Calcio E Finanza, ha cambiato molto dal punto di vista formale ma non quello sostanziale. Infatti, nonostante il cambio di vertice con un solo presidente, le forti influenze esterne rappresentavano ancora il vero nucleo decisionale a capo della Federcalcio. L’avvento di Vico Zeljkovic a capo della N/FSBiH non ha fatto che rafforzare questa logica oligarchica attorno al mondo del pallone bosniaco. Zeljkovic (di etnia serba, ndr), infatti, rappresenta ideologicamente la propaggine della Republika Srpska di Bosnia, una delle due entità della Bosnia-Erzegovina sancite dagli Accordi di Dayton del 1995.
Il presidente Zeljkovic avrebbe favorito il Borac Banja Luka, la sua ex squadra. Vi furono numerose accuse di arbitraggi falsati che portarono addirittura ad un aspro comunicato di tre società pronte ad interrompere il campionato. Le presunte irregolarità hanno poi coinvolto anche le squadre impegnate nella zone retrocessione, con scelte volte a favorire il Radnik Bijeljina, squadra legata alla Republika Srpska. Questa serie di ombre sulla stagione appena conclusa hanno ‘accesso i radar’ della UEFA che ora vuole vederci chiaro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata il proclama di vittoria del leader Milorad Dodik sul Borac Banja Luka, prima che il campionato terminasse.