Uefa, Ceferin: “Dispiace per gli atleti russi, ma sanzioni necessarie”
Il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin, ha rilasciato una lunga intervista per il Corriere della Sera, dove ha parlato delle sanzioni verso gli atleti russi e del conflitto russo/ucraino in corso. Ecco le sue parole, estratte direttamente dalla testata in questione.
Uefa, le parole di Ceferin sulle sanzioni e la guerra
Sul suo passato durante la guerra
«Tante similitudini con oggi: era una guerra tra fratelli. A soffrire sono gli svantaggiati, non i politici. In Jugoslavia nessuno fece nulla, fu terribile. Per noi sloveni durò, per fortuna, solo 10 giorni. Non ho dovuto sparare. Avevo 23 anni. Ero in giardino con la famiglia. Arrivò un uomo. “È iniziata la guerra, tu Aleksander vieni con me”, mi disse così e mi arruolò».
Sugli aiuti all’Ucraina
«Abbiamo imposto sanzioni sportive e dedicato più di un milione per i bambini e rifugiati ucraini».
Sullo status della Uefa e la politica
«Non siamo influenzati dai politici, ma la politica è parte della vita e noi possiamo influenzarla, perché abbiamo il sostegno di tanti. Convinco i governi a investire in infrastrutture. Alcuni capi di stato sono interessati al calcio, altri meno. Macron e Erdogan sono tifosi, Merkel pure».
Sui rapporti fra la Uefa e Putin
«In passato corretti, era ben preparato per un meeting. Non credo sia tifoso di calcio, gli piacciono più altri sport».
Sull’esclusione degli atleti russi
«Le sanzioni sono necessarie: non è politica, ma una crisi umanitaria. Mi piange il cuore a punire gli atleti: non è la loro guerra, non l’hanno decisa né voluta. Ma dobbiamo mostrare unità per la pace».