In vista della finale di Champions League di questa sera tra Manchester City e Chelsea che di fatto chiuderà la stagione 2020/2021, il presidente della Uefa Ceferin ha rilasciato varie interviste a varie testate. Il tema più dibattuto è stato quello della Superleague oltre al nuovo format della stessa Champions con la possibile introduzione della Final Four.
“Superleague? Ero molto deluso quando sono venuto a sapere della nascita del progetto. Una cospirazione portata avanti da alcuni club. Ma è stato anche un bene perché ha permesso di fare chiarezza nel calcio europeo: è stata una situazione stressante ma alla fine le cose sono tornate al loro posto. Per tutta la famiglia del calcio – continua nell’intervista all’Equipe – il loro atteggiamento è scioccante e inaccettabile. Mai dire mai ma credo che non si parlerà di Superleague almeno per i prossimi dieci anni. Infantino mi ha detto che né lui né nessun altro alla Fifa ha preso parte agli incontri con i club che stavano lavorando alla Superleague, che non sapeva nulla di questo progetto e che non lo ha appoggiato. Non ho motivi per non credergli. Nessun presidente della Fifa può sostenere un progetto del genere”.
“La nuova Champions a 36 squadre è una riforma a favore sia dei grandi che dei piccoli club. Ci saranno più partite e la competizione sarà più interessante. In Portogallo la scorsa estate abbiamo fatto una Final Eight ma due settimane sono troppe. Una Final Four, dopo il 2024, presenta vantaggi e disagi. Da un lato sarebbe un evento fantastico avere una settimana dedicata al calcio, integrata da altri eventi come dei concerti, per esempio. Ma si perdono delle partite, soprattutto quelle interne dei club. Personalmente mi piacerebbe se si facesse, sono favorevole. Potrebbe essere formidabile, e anche efficace dal punto dei vista dei ricavi, se organizzata bene”.
“È impossibile, è un’idea irrazionale – spiega a Record – La prossima edizione dopo il 2022 è nel 2026. Nel 2028 ci sono gli Europei: se si giocasse il Mondiale nel 2028, le nazionali europee non ci sarebbero. E quelle sudamericane hanno la Coppa America, non lo giocherebbero. Come potrebbe essere allora un Mondiale? Con questo calendario è impossibile, immaginate per i giocatori disputare un torneo di un mese ogni anno. Già oggi si infortunano di più perché giocano sempre”.