Giampaolo Pozzo, proprietario dell’Udinese, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera durante la quale ha parlato dell’acquisizione del club e del futuro di Rodrigo De Paul.
Sull’arrivo: “Dovevamo fare una cordata, c’erano dentro Zoppas, Zamparini e altri. Mi chiesero di dare una mano e accettai volentieri. Alla fine erano rimasti solo i miei soldi, gli altri tutti scomparsi. Sono rimasto per salvare l’investimento, mi seccava buttar via soldi così. E divenni presidente. Era il 1986. Naturalmente retrocedemmo, ma da lì cominciò un’altra storia. Sono 26 anni consecutivi che siamo in A e abbiamo partecipato 14 volte alle coppe europee, 3 volte in Champions”.
Sulle altre società all’estero: “Il calcio è l’hobby di famiglia. C’è chi si iscrive a un circolo di golf o gioca a bocce. Ma in casa ci è sempre piaciuto la sensazione di sofferenza e piacere che dà il calcio. Capitò un’occasione in Spagna, il Granada in Serie C. Con mio figlio decidemmo di comprarlo. Lo riportammo subito in prima serie, un gran bel lavoro, l’abbiamo tenuto sei anni poi l’abbiamo venduto. L’esperienza ci era piaciuta. Abbiamo continuato a guardarci intorno, a Londra, dove avevamo altri nostri interessi. Così è nato il Watford. Se ne occupa mio figlio, ormai vive a Londra”.
E sul futuro di De Paul, corteggiato da numerosi top club europei e destinato all’addio: “Noi non abbiamo necessità di vendere. Deciderà lui. Ma se volesse restare sono pronto a rivedere il suo contratto”.