Tutti lo criticano, in pochi lo capiscono: la ripresa del calcio italiano
Milan, Inter, Napoli, Juventus, Roma e Fiorentina. Sei squadre italiane prenderanno parte quest’oggi ai sorteggi dei quarti di finale di Champions, Europa e Conference League. Un risultato incredibile quello ottenuto dal calcio italiano, testimonianza di una sempre più cosciente ed evidente ripresa. Erano infatti 24 anni che non si vedevano ben sei squadre italiane superare gli ottavi delle competizioni europee.
La rivincita del calcio italiano
Da tutti etichettato come uno dei campionati più poveri d’Europa, la Serie A ed il calcio italiano hanno dimostrato di che pasta sono fatti. Da diversi anni si parla di un’evidente differenza fra, ad esempio, i club di Premier League e quelli italiani, senza ovviamente tenere conto di alcuni passaggi chiave. Su tutti, i guadagni dovuti ai diritti TV. In Inghilterra, infatti, la 20esima classificata della Premier League, al termine della stagione, incassa decisamente di più rispetto alla vincitrice del nostro campionato. Una scusa? No, bensì un ulteriore dato che dimostra quanto in Italia si stia facendo bene.
Nel calcio moderno, difficilmente le squadre badano a spese, pur di trionfare in Europa. Nelle ultime stagioni, però, il calcio italiano si sta ribellando a questa regola. Che, di fatto, non è mai stata rispettata, visti i casi Paris Saint-Germain (fuori agli ottavi, ndr) e Manchester City (mai vittorioso, ndr). In Italia, ormai, contano decisamente di più le idee: non a caso, moltissimi giovani allenatori, ideatori di un calcio spumeggiante, stanno salendo le luci della ribalta.
Un calcio italiano dunque criticato da tutti, ma che, in fondo in fondo, piace eccome. Basta chiedere ai tifosi del Brighton, innamoratisi di Roberto De Zerbi e del suo modo di fare calcio. Un calcio limpido, ribelle agli standard economici folli degli ultimi anni e maledettamente bello. In Italia, dunque, da tempo le cose sono cambiate: Milan e Napoli sono i nuovi testimoni di una ripresa sempre più veemente delle idee e del gioco. Sì, perché nel calcio italiano, contano più le idee dei soldi. E menomale.