Tutta la verità sul Napoli, De Laurentiis, Gattuso ed il prossimo allenatore azzurro

accordi tra ADL e Gattuso

foto Alessandro Garofalo/Image nella foto: Gennaro Gattuso-Aurelio De Laurentiis

Diciamoci la verità: la diplomazia è anche un po’ ipocrisia e, come insegna lo stesso Gattuso, quella, come tante altre caratteristiche personali e relazionali, non si trasmette e non si assimila, o lo sei o non lo sei. Un po’ come la “cattiveria” calcistica degli attaccanti partenopei, o, visto che si parla di Napoli, della “cazzimma”: o ce l’hai o non ce l’hai.

E Gattuso di diplomazia, che è anche un po’ ipocrisia, non ne ha, non ha peli sulla lingua ed è sempre stato abituato a dire le cose come stanno, a tirare fuori tutto, grinta ed attributi, ad affrontare i problemi di petto ed a parlare liberamente, senza freni, senza filtri. Le sue ultime dichiarazioni sono un chiaro segnale di tutto ciò. Questo è Gattuso, prendere o lasciare.

La verità sul Napoli e De Laurentiis

Diciamoci la verità: come tante aziende italiane, anche il Napoli è una società molto legata alla volontà, volubile, del suo titolare/presidente. La Società Sportiva Calcio Napoli è una grande SpA a “conduzione familiare” dove Aurelio De Laurentiis decide con pieni poteri se acquistare o meno un calciatore da 70 milioni di euro allo stesso modo di come pretende di avere l’ultima parola sull’accordo con il più piccolo sponsor, dà il suo veto o meno ad un importante investimento nelle strutture tecniche così come decide la disposizione delle scrivanie, e che scrivanie, negli uffici dei suoi addetti ai lavori. La SSC Napoli è una società dove i dipendenti, che in settimana si occupano della propria mansione, durante il weekend si trasformano in tuttofare “costretti” a seguire la squadra durante la partita e perfino a fare da steward. Giusto? Non giusto? Ci limitiamo a dire la verità, non a giudicarla, e la verità è che, come tante aziende italiane e società calcistiche stesse, anche la SSC Napoli è nelle mani di una sola persona e della sua volontà. Non sappiamo se De Laurentiis abbia chiamato Benitez, Mazzarri o Sarri o chissà quale altro ex allenatore azzurro dopo la sconfitta di Verona. Quelli bravi dicono che è così, ma qui ci limitiamo a dire la verità, quella che conosciamo e se anche De Laurentiis lo avesse fatto, ne aveva tutto il diritto. Lo stesso Gattuso fu chiamato quando Ancelotti era in difficoltà e, probabilmente, non rifiutò la telefonata.

La verità su Gattuso

Diciamoci la verità: il Napoli, alias De Laurentiis, non aveva nessuna intenzione di strutturare un progetto duraturo con Gennaro Gattuso. Quest’ultimo era stato assunto come traghettatore dopo Carlo Ancelotti, un modo per continuare e terminare la stagione più o meno sulla stessa scia tecnico-tattica, ma con qualcuno che avesse maggior pugno duro rispetto ai metodi “leggeri” di Mister Carletto. Il Napoli, alias De Laurentiis, aveva già deciso il vero allenatore del dopo-Ancelotti e di certo non era Gattuso. Quest’ultimo, però, ha avuto i suoi meriti: riportare sui binari un treno completamente deragliato dopo la rottura dello spogliatoio e la vicenda dell’ammutinamento e delle multe, non era per nulla facile e scontato; portare una squadra allo sbaraglio fino alla qualificazione in Europa League ed al trionfo in Coppa Italia, non era, neanche questo, per nulla facile e scontato. Gattuso ci è riuscito, Gattuso si è meritato, strappato, la riconferma, almeno per un altro anno. E lo stesso Gattuso, continuiamo a dire la verità, non ha nemmeno demeritato in questa stagione in corso. Certo, bruciano le sconfitte casalinghe contro Sassuolo e Spezia, il pareggio interno con il Torino, le sconfitte esterne contro Inter (sfortunata), Lazio e Verona (meritate) e, soprattutto, l’arrendevole prestazione contro la Juventus nella finale di Supercoppa Italiana (anche qui, però, un pizzico di sfortuna). Come si è difeso lo stesso Gattuso, però, provate a togliere all’Inter Lukaku e Lautaro, come il Napoli ha perso Osimhen e Mertens, e vedremo i risultati. Onore ed oneri, così come alibi e giustificazioni. A proposito di verità, c’è da dire che forse a Napoli hanno ancora in mente la macchina perfetta costruita da Sarri, quella squadra che giocava a memoria e che sfiorò lo scudetto perdendolo non sul campo, ma in albergo, quella stessa squadra che quest’anno, lo scudetto, probabilmente, lo avrebbe vinto a mani basse. Pretendere che Gattuso debba ripetere quel miracolo calcistico è forse troppo, arrivare quarti in un campionato così competitivo sarebbe già un ottimo risultato.

La verità sul prossimo allenatore azzurro

Diciamoci la verità: nel momento dell’addio a Carlo Ancelotti e soprattutto dopo l’inizio non idilliaco di Gennaro Gattuso, il Napoli, o meglio De Laurentiis, aveva già deciso chi dovesse essere il vero nuovo allenatore azzurro. Si tratta di Ivan Juric. Il tecnico del Verona era in realtà un piacevole ripiego, il vero sogno di De Laurentiis era, o è, Gian Piero Gasperini, ma l’allenatore dell’Atalanta non era disponibile allora e forse mai lo sarà. Al numero due c’era, e c’è, Ivan Juric, l’allievo dello stesso Gasperini: stessa filosofia di gioco, stesso modulo, stessa grinta, meno pretese economiche, che non guasta. Ecco perché il Napoli ha preso Rrahmani ed ecco perché aveva provato fino all’ultimo a prendere giocatori come Faraoni, Kumbulla ed Amrabat. Ecco perché il Napoli ha praticamente già preso Zaccagni e tratta Dimarco per la prossima stagione ed ecco perché ad allenarli potrebbe essere sempre Ivan Juric. Il croato ha buone referenze e quell’Edy Reja, tanto caro ad Aurelio De Laurentiis, a garantire per lui: a meno di ripensamenti dell’ultim’ora o di intromissioni di altre società, sarà Ivan Juric il prossimo allenatore del Napoli. E diciamoci la verità, se Gattuso continuasse ad essere così poco diplomatico, forse nel frattempo in panchina potrebbe accomodarsi qualcun altro, perché ok il dire sempre tutto senza filtri, ma bisogna essere pronti anche alle possibili conseguenze.