Tragedia in Argentina, scontri tra tifosi in Gimnasia-Boca Juniors: c’è un morto

Gimnasia Boca Juniors

(Photo by ALEJANDRO PAGNI/AFP via Getty Images)

Non è un bel momento per il calcio mondiale, che da qualche settimana sta vivendo diversi episodi da dimenticare. Dopo la tragedia dello Stadio Kanjuruhan in Indonesia, questa volta è l’Argentina ad essere protagonista in negativo. Doveva essere una serata all’insegna del bel calcio, quella tra Gimnasia e Boca Juniors, ma si è trasformata in un vero e proprio disastro. Il match del ‘Juan Carmelo Zerillo’ di La Plata è durato soltanto nove minuti. Il motivo? I violenti scontri tra tifosi e polizia all’ingresso dello stadio, con conseguente lancio di gas lacrimogeni, che ha invaso anche tutto il campo. Nelle violenze è presente anche un morto.

gimnasia boca juniors
(Photo by ALEJANDRO PAGNI/AFP via Getty Images)

Tragedia in Gimnasia-Boca Juniors: la ricostruzione

L’ira dei tifosi è stata scatenata dall’impossibilità per alcuni di essi di entrare allo stadio, essendo già tutto sold-out. A quel punto sono iniziati i dissapori con le forze dell’ordine, che hanno tentato di contenere l’enorme massa di persone protestanti. Come riportato da TyC Sport, i poliziotti avrebbero iniziato a reprimere l’avanzata violenta dei tifosi con gas lacrimogeni e con lo sparo di proiettili in gomma. Il bollettino degli incidenti è disastroso: decine di feriti, ma soprattutto un morto. Come riportato dal verbale della Polizia argentina, sarebbe stato identificato il decesso di un uomo di 57 anni a seguito di un arresto cardiorespiratorio, avvenuto nel trasporto in ambulanza in ospedale.

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(Photo by ALEJANDRO PAGNI/AFP via Getty Images)

Le disperate testimonianze

Sugli spalti scatta dunque il fuggi fuggi generale, vista l’aria irrespirabile data dal lancio di gas lacrimogeni. La “nube” si è espansa anche sul campo, ed ha costretto gli stessi giocatori ad abbandonarlo con mani e maglia sul volto per coprirsi dalle forti ventate. Lo testimonia il difensore del Gimnasia, Leonardo Morales: “Improvvisamente è arrivato lo spray al peperoncino, la gente ha cominciato a correre e non abbiamo capito niente. Finché non è arrivato il gas lacrimogeno ed è stata una totale disperazioneHo un bambino di due anni che non riusciva a respirare. Quando l’ho portato negli spogliatoi sono crollato… Perché vederlo così mi ha fatto male”.

In tutto questo caos, di chi è la responsabilità? Prova a fare il punto Sergio Berni, ministro della Sicurezza della provincia: “Non amo il calcio, e lo rifiuto quando accadono eventi dal genere, ma tutti sappiamo che è lo sport che vende di più. Non dico che la Polizia non abbia responsabilità, ciò che affermo è: ci sono persone che vogliono soltanto godersi il calcio, ma esiste anche gente che preferisce fare affari senza scrupoli con la vita degli altri”.

A seguito delle sue dichiarazioni, interviene anche il presidente del Gimnasia: “Lo stadio è abilitato per 30.000 persone. Non abbiamo svenduto i biglietti, abbiamo i moduli per dimostrarlo. Ne abbiamo venduti 3.254 su un totale di 4.300 a disposizione. La responsabilità è degli agenti di sicurezza, altrimenti a cosa servono?“.

Le due squadre hanno potuto lasciare lo stadio soltanto a mezzanotte per “mancanza di garanzie di sicurezza”. Una vera e propria tragedia, che macchia nuovamente il calcio e che vede nel bollettino una decina di feriti ed un deceduto.