Tragedia in Argentina, scontri tra tifosi in Gimnasia-Boca Juniors: c’è un morto
Non è un bel momento per il calcio mondiale, che da qualche settimana sta vivendo diversi episodi da dimenticare. Dopo la tragedia dello Stadio Kanjuruhan in Indonesia, questa volta è l’Argentina ad essere protagonista in negativo. Doveva essere una serata all’insegna del bel calcio, quella tra Gimnasia e Boca Juniors, ma si è trasformata in un vero e proprio disastro. Il match del ‘Juan Carmelo Zerillo’ di La Plata è durato soltanto nove minuti. Il motivo? I violenti scontri tra tifosi e polizia all’ingresso dello stadio, con conseguente lancio di gas lacrimogeni, che ha invaso anche tutto il campo. Nelle violenze è presente anche un morto.
Tragedia in Gimnasia-Boca Juniors: la ricostruzione
L’ira dei tifosi è stata scatenata dall’impossibilità per alcuni di essi di entrare allo stadio, essendo già tutto sold-out. A quel punto sono iniziati i dissapori con le forze dell’ordine, che hanno tentato di contenere l’enorme massa di persone protestanti. Come riportato da TyC Sport, i poliziotti avrebbero iniziato a reprimere l’avanzata violenta dei tifosi con gas lacrimogeni e con lo sparo di proiettili in gomma. Il bollettino degli incidenti è disastroso: decine di feriti, ma soprattutto un morto. Come riportato dal verbale della Polizia argentina, sarebbe stato identificato il decesso di un uomo di 57 anni a seguito di un arresto cardiorespiratorio, avvenuto nel trasporto in ambulanza in ospedale.
Le disperate testimonianze
Sugli spalti scatta dunque il fuggi fuggi generale, vista l’aria irrespirabile data dal lancio di gas lacrimogeni. La “nube” si è espansa anche sul campo, ed ha costretto gli stessi giocatori ad abbandonarlo con mani e maglia sul volto per coprirsi dalle forti ventate. Lo testimonia il difensore del Gimnasia, Leonardo Morales: “Improvvisamente è arrivato lo spray al peperoncino, la gente ha cominciato a correre e non abbiamo capito niente. Finché non è arrivato il gas lacrimogeno ed è stata una totale disperazione. Ho un bambino di due anni che non riusciva a respirare. Quando l’ho portato negli spogliatoi sono crollato… Perché vederlo così mi ha fatto male”.
In tutto questo caos, di chi è la responsabilità? Prova a fare il punto Sergio Berni, ministro della Sicurezza della provincia: “Non amo il calcio, e lo rifiuto quando accadono eventi dal genere, ma tutti sappiamo che è lo sport che vende di più. Non dico che la Polizia non abbia responsabilità, ciò che affermo è: ci sono persone che vogliono soltanto godersi il calcio, ma esiste anche gente che preferisce fare affari senza scrupoli con la vita degli altri”.
A seguito delle sue dichiarazioni, interviene anche il presidente del Gimnasia: “Lo stadio è abilitato per 30.000 persone. Non abbiamo svenduto i biglietti, abbiamo i moduli per dimostrarlo. Ne abbiamo venduti 3.254 su un totale di 4.300 a disposizione. La responsabilità è degli agenti di sicurezza, altrimenti a cosa servono?“.
Le due squadre hanno potuto lasciare lo stadio soltanto a mezzanotte per “mancanza di garanzie di sicurezza”. Una vera e propria tragedia, che macchia nuovamente il calcio e che vede nel bollettino una decina di feriti ed un deceduto.