Prosegue il ritiro del Torino in vista del ritorno della Serie A. Il massimo campionato italiano, dopo la pausa per i Mondiali di Qatar 2022 e le festevità natalizie, tornerà in campo il prossimo 4 gennaio. Nella giornata odierna, il centrocampista Samuele Ricci ha risposto ad alcune domande dei tifosi sul profilo Instagram del club granata. Di seguito ecco le sue parole raccolte e riportate dai colleghi di Tuttomercatoweb.
Come sta andando il ritiro?
“Il ritiro sta andando molto bene. Stiamo lavorando ogni giorno per farci trovare pronti per quando rientreremo a Torino e per la sfida con il Verona”.
Come mai hai scelto il numero 28?
“Ho scelto il 28 perché è la data di nascita di mio papà. Avevo piacere a prendere questo numero, l’ho sempre avuto da quando gioco con i grandi e penso che lo porterò avanti”.
E’ difficile studiare per l’università e essere calciatore allo stesso tempo?
“Non è così difficile, ma come per tutte le cose serve dedizione: bisogna starci dietro”.
Quanta carica trasmette la Maratona?
“Trasmette tanta carica, quando siamo in campo la sentiamo molto: è una curva che emoziona tanto, mi piace soprattutto quando canta l’inno. Mi ha colpito la passione perché è una tifoseria che tiene molto alla squadra e al nome del Torino, noi lo percepiamo”.
Come ti trovi a Torino?
“Mi trovo benissimo, è una bellissima città con tante cose da fare e da vedere”.
Rapporto con la famiglia
“Un bellissimo rapporto: pur stando lontani, a Pisa, vengono sempre a Torino per le partite e a trovarmi. E’ anche grazie a loro se adesso sono arrivato qui”.
Quando hai iniziato a giocare a calcio?
“Iniziato a 5-6 anni, giocavo nella squadretta del mio quartiere: all’inizio ho fatto l’esterno, poi sono passato centrocampista”.
Com’è stata la prima esperienza in Nazionale?
“Molto emozionato e gratificato: significa che è la strada giusta da percorrere”.
Qual è la cosa più difficile per un centrocampista?
“E’ riuscire ad abbinare parte offensiva, quindi gol e assist, e parte difensiva, e farlo con la stessa efficienza”.