Torino, Okereke si presenta: “Ho accettato subito, ecco perché”
Okereke Torino – Il nuovo acquisto del Torino David Okereke si è presentato in conferenza stampa: le sue dichiarazioni.
Il nuovo attaccante del Torino, David Okereke, arrivato negli ultimi giorni del mercato invernale in prestito con diritto di riscatto dalla Cremonese, si è presentato in conferenza stampa.
Il nigeriano ha già trovato l’esordio in maglia granata, subentrando al 74′ dell’ultima sfida contro il Sassuolo. Prima delle sue parole, il direttore tecnico del Toro Davide Vagnati lo ha presentato:
“Ha una bella storia, è partito dai dilettanti ed è riuscito ad avere successo. Si è guadagnato tutto con lavoro e abnegazione. Ho sentito lui e il suo agente e ci hanno dato priorità, anche se aveva altre possibilità all’estero. Era il giocatore che stavamo cercando, con le richieste che voleva il mister e con le nostre esigenze economiche. Può darci una grande mano“.
Poi è intervenuto Okereke. Di seguito, le sue dichiarazioni:
Torino, Okereke si presenta: le sue parole
Okereke, com’è stato il primo impatto?
“Anche in panchina, alla prima partita, mi sono sentito in un ambiente che vive di calcio. Voglio dare il massimo, mi hanno accettato tutti a braccia aperte. Fino alla fine cercherò di dare tutto“.
Qual è stata la richiesta di Juric a Sassuolo?
“Stiamo lavorando per attaccare di più lo spazio, lo sto imparando anche da chi già c’è. Ho la fortuna di essere allenato da un mister così e con attaccanti di grande livello. Mi ha detto di andare nello spazio e di fare tanti uno contro uno“.
Come mai hai scelto il Toro?
“Tutti sanno che squadra è il Toro. Se hai certe proposte, non si può dire niente. Abbiamo giocato contro con il Venezia, ho sempre detto che mi piaceva la maglietta. Ho accettato subito“.
Avete parlato di Djidji di quella sfida quando feci benissimo proprio contro di lui?
“Non voglio già partire così che mi sfonda la gamba (ride, ndr)”.
Il Toro segna poco, ti sei posto un obiettivo personale di reti?
“Ci alleniamo per farne di più e per migliorare su questo aspetto. Nel calcio ci sono momenti in cui ci provi e non segni, altri in cui va dentro al primo pallone. Sicuramente girerà a nostro favore. Per scaramanzia non parlo di numeri“.
Cosa non ha funzionato a Venezia e Cremonese e in cosa sei maturato?
“Ho avuto due allenatori diversi, le squadre sono diverse anche come livello e ambizioni: a Venezia e a Cremona si lottava per la salvezza, qui l’ambizione è un po’ alta. E’ una grande opportunità per crescere come calciatore e come persona, allenandoti con certe persone ti aiuta anche in questo“.
Più punta d’area o lanciato nello spazio?
“Non sono una vera punta, sono tipo un falso nove o una seconda punta libera: mi piace dare fastidio ai difensori attaccando lo spazio. Mi sta aiutando il mister a mettere bene il corpo, sto imparando tanto e su questo devo migliorare“.
La domanda di Vagnati: sei stato anche a Brugge, cosa ti ha insegnato questa esperienza?
“Passando dalla B a quel livello, la mia prima impressione è stata ‘adesso comincia il calcio vero’. Era la prima volta che vedevo una cosa del genere, ero passato a una squadra di Champions e ho cercato di sfruttare quell’esperienza, era un’opportunità che non potevo buttare via. Ho imparato che anche quando non giochi, devi lavorare perché comunque ti alleni per te stesso: prima viene il nome scritto davanti, poi quello dietro alla maglietta. C’è anche una canzone inglese che ne parla. Sono cresciuto tantissimo, anche lì vivono di calcio“.
Come mai segni di più in A che in B?
“Sono partito con il piede sbagliato quest’anno, sono andato in crisi anche di testa: non dico che ero triste, ma mi è successa una cosa che non posso dire ma tante persone mi sono state vicino in quel mese e ora penso a dare il massimo. Devo ripagare la fiducia, dal passato si può solo che imparare“.