La vittoria con il Sassuolo ha probabilmente conferito al Torino la fiducia che mancava. I granata in questa stagione, come dichiarato anche da Simone Zaza nel finale, hanno sofferto parecchio sotto l’aspetto psicologico.
In effetti fisicamente il Toro sembra essere in ottima forma, nonostante le due settimane terribili causa Coronavirus. La situazione si è stabilizzata, anche grazie a Davide Nicola: l’arrivo del tecnico ex Genoa sulla panchina granata ha portato entusiasmo e tanta voglia di non arrendersi, due caratteristiche principali dell’allenatore. Nicola ha fatto tornare il sorriso, la fiducia nei propri mezzi e soprattutto la concentrazione verso l’obiettivo principale della stagione: la salvezza.
Rileggendo attentamente tutti i punti appena elencati ci viene in mente Andrea Belotti, il capitano di questa squadra che tutte queste sfaccettature le ha sempre mostrate domenica dopo domenica, indipendentemente dal risultato della propria compagine. Vincente o perdente, nelle partite del Torino c’è sempre un massimo comunicato denominatore: l’atteggiamento di Andrea Belotti. Il numero 9 non si arrende mai, prova a caricarsi il peso dell’intera tifoseria granata sulle spalle, mettendo anche in secondo piano il suo rapporto con il gol pur di favorire la propria squadra.
In effetti da questo punti di vista il Gallo sta mancando rispetto all’inizio di stagione: dopo una partenza davvero grandiosa, l’ex Palermo si è fermato. Adesso, in un momento decisivo per le sorti del Torino, c’è assolutamente bisogno che Belotti si sblocchi: l’ultimo gol risale alla partita con l’Atalanta del 6 febbraio, ma il fato ancor più strano riguarda i soli 2 gol fatti nelle ultime 13 partite. Un bottino a dir poco magro per uno come lui, sempre in primo piano anche senza timbrare il tabellino. Adesso però servono i suoi gol per continuare a credere fortemente nella salvezza, l’ultimo sforzo deve partire, ancora una volta, da Andrea Belotti.