Nazionale, Buongiorno dribbla le domande sul suo futuro: “Un’ emozione rappresentare milioni di italiani”

Napoli su Buongiorno

Buongiorno ha parlato dell'importanza della maglia Azzurra @GettyImages - calcioinpillole.com

Il difensore granata ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della UEFA ma non ha parlato del suo futuro.

Al centro di una vera e propria asta di mercato, Buongiorno dimostra di essere concentrato solo sull’Europeo. Il centrale del Torino, infatti, è un obiettivo dichiarato del Torino ma è impegnato con la Nazionale italiana, che giovedì affronterà la seconda delicatissima sfida del girone contro la Spagna. Proprio dal ritiro Azzurro, il centrale difensivo ha parlato ai canali della UEFA.

Buongiorno: “Chiellini e Bonucci due esempi. Sentiamo la responsabilità di dover fare bene”

Esattamente un anno fa il tuo debutto in nazionale. Era il 18 giugno contro l’Olanda in Nations League. Cosa provi quando indossi la maglia della nazionale?
“Ogni volta è un’emozione unica perché rappresentiamo milioni di italiani e quindi sentiamo la responsabilità di fare bene, di fare il massimo per riuscire a vincere le partite e a giocare bene. Quel giorno del debutto fu un giorno particolare. Non ero inizialmente nei convocati per la fase finale di Nations league. Sono arrivato il giorno prima della partita contro la Spagna e non mi aspettavo di giocare contro l’Olanda. E’ stato un momento bellissimo. Il giorno prima era un po’ incredulo ma poi l’ho affrontata con assoluta tranquillità ed è andata bene”.

Sei arrivato nel mezzo di un ricambio generazionale per l’Italia. Se c’era un po’ di preoccupazione per l’addio di grandi difensori come Chiellini e Bonucci, la nuova generazione sta rispondendo alla grande.
“Assolutamente sì. Dobbiamo farci trovare pronti. Quando siamo andati in America abbiamo avuto modo di parlare con loro, di confrontarci, ci hanno dato dei consigli importanti. Da parte nostra dobbiamo seguirli e seguire i consigli del mister per fare sempre il nostro meglio”.

Come Chiellini anche tu sei laureato. Si può fare anche per un calciatore… quanto è importante l’istruzione?
“E’ molto importante. Lo studio, la cultura ti aprono la mente. Ti permettono di pensare meglio anche in campo. Di ragionare meglio sulle varie situazioni di gioco, di capire meglio cosa ti chiede l’allenatore. Ovviamente non è facile perché mettersi sui libri la sera quando torni dagli allenamenti non è semplicissimo. Però bisogna farlo ed è una cosa importantissima”.

Quello che si nota della nuova generazione è la bravura nell’impostare il gioco dal basso. E’ cambiato il calcio da questo punto di vista? Come ti trovi?
“Beh adesso tutti i giocatori devono saper fare un po’ tutto. Il difensore oltre a difendere la propria porta, deve sapere anche impostare il gioco, saper giocare la palla. Lavoriamo molto su questo. Tutto per permettere alla squadra di partire, iniziare l’azione e giocare nel migliore dei modi possibili”.