Non esiste nessun caso Tonali. Sgombriamo subito il campo da qualsiasi dubbio. L’investimento del Milan, che un anno fa strappò il giovane e promettente centrocampista del Brescia in prestito oneroso (10 milioni di euro), con diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro (più 10 di bonus), non è in discussione. A fine stagione Tonali verrà riscattato, e vista la formula non poteva andare diversamente. Se ne sarà valsa la pena, però, lo sapremo solo al termine della prossima stagione. Questa, la prima in una grande squadra, non è probante. Usato da Pioli con parsimonia, raramente partito da titolare (in 17 occasioni sin qui), ha dimostrato francamente troppo poco, visti i presupposti della scorsa stagione.
Per ora, è difficile sostenere che l’esperienza in rossonero sia stata un passo in avanti nella carriera di Tonali. Semmai, di lato, in attesa della definitiva consacrazione. Che, dopo un anno di rodaggio, dovrà necessariamente arrivare nei prossimi mesi. A patto, ovviamente, che anche Stefano Pioli decida di puntarci davvero, come fulcro e metronomo del Milan. Che, nel frattempo, ha trovato equilibri diversi anche senza Tonali, chiamato a moltiplicare gli sforzi e la continuità di rendimento. In modo che i 1.253 minuti, spalmati in 22 presenze, messi insieme sin qui, siano solo il punto di partenza.