Thuram: “I bianchi devono fare di più contro il razzismo nel calcio”

Thuram

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L’ex calciatore di Parma e Juventus, Lilian Thuram, oggi è protagonista di un’intervista su La Gazzetta dello Sport dove, oltre al calcio, trovano spazio anche temi sociali: “Sono molto fortunato. Ho fatto una bella vita da giocatore, oggi mi piace andare a discutere per far capire alla gente che ognuno può dare un contributo per una società più giusta. Da quando avevo nove anni mi chiedevo delle cose, da lì ho provato a capire me stesso. Quando ho smesso ho cominciato a girare con la mia fondazione. Per difendere la giustizia. Chi ha un ruolo nello sport, se vuol toccare gli altri deve discutere anche di altre cose. I bianchi nel calcio, quando c’è un episodio di razzismo, fanno poco. Loro dovrebbero recitare un ruolo importante, far la voce grossa e prendere la parola contro i tifosi. Io a Parma, quando mi fecero un brutto striscione, andai a spiegare. Una persona non bianca deve andare oltre se stesso per arrivare in alto. Il calcio è politica, economia, capitalismo. Ma io amo guardare il bel calcio e i grandi giocatori. Non tifo per nessuno“.

Sui figli: ” Ho due figli giovani che giocano, uno del ’97 al Borussia, attaccante, Marcus, e l’altro, Khephren del 2001, al Nizza, centrocampista. Marcus in Italia? Lui l’italiano lo parla. Un calciatore ambisce sempre a stare nelle squadre più forti. E in Italia ci sono i club forti. Ma loro faranno la loro strada, io sono solo il loro padre”

E il rapporto con Buffon: “Non mi stupisce che giochi ancora a 44 anni. Gigi ama il calcio e ha lo spirito giusto. Ama confrontarsi. Lui e Fabio Cannavaro per me sono fratelli, ho giocato 10 anni insieme a loro”