Svezia, potenziale e talento ma le ingenuità condannano Andersson
Festa grande per l’Ucraina che, al termine di un match conteso e senza esclusione di colpi, trova il ‘colpo’ vincente nel recupero del secondo tempo supplementare grazie a Dovbyk. Ne fa le spese la Svezia, data per favorita alla vigilia, e sconfitta come non accadeva dal 17 novembre 2020 nel corso della Nations League, quando ci vollero i campioni del mondo della Francia per superare la compagine di Andersson. Imbattuta nel gruppo E, con due vittorie contro Slovacchia e Polonia, e un pareggio ‘di lusso’ contro la Spagna. I ‘carnefici’ dell’Italia di Ventura nel 2018, escono agli ottavi di finale pagando a caro prezzo ingenuità come l’espulsione di Danielson nel primo tempo supplementare.
GIOVANI, INTRAPRENDENZA E ‘FATTORE FORSBERG’
Questa Svezia aveva conquistato molti appassionati. Dalle giocate dei ‘talentini’ come Kulusevski e Isak ai colpi dell’arma in più Emil Forsberg, autore di quattro reti in altrettanto partite della rassegna europea. Dalle parate di Olsen al carisma del capitano Sebastian Larsson, fino all’incisività delle cosiddette seconde linee come Claesson. La prima classificata del gruppo E aveva convinto molti addetti ai lavori e, il lavoro svolto, resta comunque pregevole. L’Ucraina mette in campo il cuore, e la svolta tattica di Shevhenko – e il suo vice Tassotti – con il passaggio alla difesa a 3 è la chiave per regalare un’altra sorpresa a questo europeo di risultati inattesi.
INGENUITÁ PESANTI ED ECCESSIVI ‘UP AND DOWN’
Fino all’ultima partite del gruppo C, l’Ucraina sembrava pronta a tornare a casa. Invece saranno proprio gli uomini di Shevchenko a cercare l’impresa contro l’Inghilterra. Se la gioventù, spesso, fa rima con talento, purtroppo in casa Svezia ha avuto fin troppa assonanza con l’ingenuità. Ingenuità che si traduce nel rendimento non sempre ottimale di Kulusevski e Isak. Così come nell’intervento sconsiderato di Danielson. La Svezia cerca una partita di solidità concentrando gli sforzi nelle prime fasi del match. Forsberg colpisce addirittura due legni. Dal momento dell’inferiorità numerica, entra Helander che, malauguratamente, si rende protagonista con Lindelof della non-marcatura di Dovbyk sul gol decisivo. Termina forse nel modo più beffardo l’avventura degli svedesi, che si sono divertiti e hanno fatto divertire.