Il Presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, è tornato a parlare del Var dopo la squalifica del Giudice Sportivo in seguito alla gara contro il Milan.
Brucia ancora forte per il Lecce il gol annullato allo scadere di Piccoli e che avrebbe regalato una magica vittoria contro il Milan al Via del Mare. La rete, dalla lunga distanza, è stata revocata dopo che l’arbitro Abisso è andato all’on Field review è ha confermato l’intervento del VAR su un presunto fallo. L’episodio è stato in realtà molto discusso, e ha soprattutto causato la rabbia immensa di Saverio Sticchi Damiani, Presidente del Lecce. Il numero uno dei pugliesi ha rimediato in seguito una dura squalifica dal Giudice Sportivo per essersi preso di petto gli arbitri al termine del match, usando toni tutt’altro che amichevoli. Oggi, Sticchi Damiani è tornato a parlare dell’accaduto ai microfoni de la Gazzetta dello Sport. Focus sull’utilizzato del Var da parte del Presidente.
Sulla squalifica da parte del Giudice Sportivo: “Non discuto l’entità della sanzione perché a fine partita ero molto arrabbiato e ho usato qualche espressione colorita, mi scuso. Intimidazioni e minacce sono fuori da ogni logica e dal mio modo di affrontare la vita: bisogna stare attenti quando si usano certe parole perché hanno peso e si scontrano col vissuto di una persona”.
Il Var sta diventando un problema: “Credo che il Var debba essere un supporto per gli arbitri per evitare errori gravi e aiutare scelte cruciali. Siamo arrivati a vivisezionare tutto, ma il risultato di questa scomposizione per fotogrammi in certe gare si usa, in altre inspiegabilmente no. L’intensità di uno step on foot non si può percepire da un video. Il Var deve scovare errori evidenti, non trovare una nuova tipologia di falli”.
Sulle regole: “Togliere discrezionalità agli arbitri crea un altro tipo di problemi? E’ ciò che penso. Ho appreso dal designatore, e lo dico senza polemica, che lo step on foot va sempre punito anche se involontario o lieve. Ho fatto un approfondimento e ho verificato che questa regola non sta scritta da nessuna parte. Chi l’ha decisa? Immagino sia una linea dei direttori di gara per rendere oggettivo ciò che oggettivo non sarà mai. Si parla tanto di diritti televisivi, di un prodotto che piaccia, ma è il caso di proporre in giro per il mondo un calcio snaturato sulla base di regole non scritte? E non mi riferisco solo allo step on foot. Il fallo di mani poi cambiato? Sì. Si introducono prassi o regole non scritte per dare oggettività poi ci si rende conto che il gioco è snaturato e si torna indietro”.