Stefano Nava a CiP: “Con FIFA un’avventura entusiasmante”
Calcio in Pillole ha avuto l’onore e il piacere di intervistare Stefano Nava, ex calciatore, tra le altre, di Milan, Reggiana, Parma e Sampdoria, poi allenatore del settore giovanile dei rossoneri, commentatore televisivo e, dal 2015, insieme a Pierluigi Pardo, voce italiana di FIFA, la cui ultima edizione è stata lanciata sul mercato proprio oggi.
Partiamo dal calcio giocato: ci racconta la sua carriera da calciatore?
La mia carriera non ha avuto grossi spostamenti. Ho fatto il settore giovanile al Milan e ho giocato prevalentemente con la prima squadra del Milan, con qualche esperienza a Reggio Emilia, al primo anno da professionista, Parma, Sampdoria. Queste sono le mie tappe, sempre molto vicine al mio luogo di nascita, quindi da un certo punto di vista sono stato fortunato. Da un altro, invece, sono stato sfortunato, perché girare e poter conoscere altre realtà poteva essere una bella occasione di crescita. Ma va bene così.
In ogni caso ha ottenuto dei traguardi importanti con la maglia rossonera. Qual è il ricordo più bello, o quello che conserva con maggior piacere, della sua carriera da calciatore?
Ho avuto la fortuna di vivere la mia carriera accanto a campioni straordinari, che hanno segnato la storia del calcio. Nella testa, quindi, mi rimangono delle esperienze che pochi possono permettersi. Ho visto il top, sia dal punto individuale sia dal punto di vista collettivo, di gestione e di società. I miei momenti esaltanti sono le esperienze: quelle condivise con uomini importanti e calciatori decisamente sopra la media.
Dal 2011 allena le giovanili del Milan. Cosa può dirci di questa esperienza? Come si è trovato nel passaggio dal campo alla panchina?
Un momento di grande crescita, di grande esperienza, che ha completato il mio percorso professionale. Nel passaggio mi sono trovato molto, molto bene. Sono situazioni che arrivano in momenti della vita nei quali c’è prima giovinezza, entusiasmo, voglia di imparare; poi, come allenatore, esperienza, conoscenze, saggezza e voglia di consegnare queste esperienze anche a chi ne ha di meno. Sono due momenti completamente diversi, ma estremamente esaltanti.
Un altro passaggio importante è quello del calcio giocato al calcio commentato, con la sua esperienza a Sky. Ci racconta come ci è arrivato, che difficoltà ha incontrato, se ne ha incontrate?
Ho avuto la fortuna di rimanere nel mondo del calcio una volta smesso di giocare, e questo mi ha consentito di restare nel mondo che amavo, che amo, e che mi permetteva di girare, di conoscere, di approfondire conoscenze che mi hanno formato come allenatore. Dal punto di vista professionale non ho avuto difficoltà. Si parlava di calcio, che era la mia materia. Mi piaceva e lo facevo con grande rispetto nei confronti della società per cui lavoravo, ma soprattutto del pubblico che mi ascoltava. Cercavo di essere il più equilibrato ed equanime possibile.
Poi, dal 2015, è diventato anche voce di FIFA. Ci racconta come è avvenuto questo passaggio?
Questo passaggio è stato ovviamente frutto della mia esperienza a Sky. I dirigenti di Electronic Arts mi hanno contattato e mi hanno proposto questa avventura, che è durata sette anni. Un’avventura curiosa, perché non conoscevo questo mondo, ma che ho portato avanti con grande passione, come tutte le cose che ho fatto, cercando di farla nel miglior modo possibile, cercando di accontentare le richieste della società e anche di dare un taglio molto personale al commento. Che, mi sembra, sia piaciuto. Il gioco ha sempre trovato crescita e quindi appeal nei confronti del grande pubblico.
Lei, quindi, non è un videogiocatore.
No. Non lo sono stato, non lo sono, ma devo riconoscere che questa esperienza è stata molto importante dal punto di vista mediatico, perché si parla di qualcosa che, in questo momento, è nelle case di tutti.
In FIFA fa coppia con Pierluigi Pardo. Come si trova con lui?
Pierluigi lo conoscevo già ai tempi di Sky, quindi c’era un bel feeling, una buona chimica, e questo ci ha permesso anche di dare un taglio abbastanza riconoscibile al commento, che era ciò che Electronic Arts chiedeva.
In chiusura, un paio di domande un po’ più tecniche. Da un punto di vista tecnico, appunto, come funziona la registrazione di una telecronaca di FIFA?
Ci sono diverse situazioni, ma tendenzialmente è un commento favorito dagli script che la società mette a disposizione. Che sono tantissimi, e a cui devi dare un’interpretazione personale dal punto di vista del tono, della cadenza, dell’entusiasmo. Quindi non semplice da questo punto di vista, anche faticoso, però bello ed entusiasmante.
Che differenze ci sono, dunque, tra commentare una partita reale e una che, di fatto, neanche esiste?
Non esiste e non la vedi nemmeno, perché sei davanti a un computer con gli script, non sei con le immagini di quello che sta succedendo. Quindi hai migliaia e migliaia di parole e frasi che devi dire, e che poi vengono inserite nel gioco e predisposte a seconda delle situazioni che si verificano sullo schermo. Dunque non vedi assolutamente nulla, ed è questa la difficoltà principale: dare un tono e un’enfasi a qualcosa che in quel momento non stai vedendo.