Stadio Roma, revoca Tor di Valle oppure addio nuova struttura
La questione in casa Friedkin è di quelle pesanti e si riferisce alla nuova struttura di proprietà giallorossa che dovrebbe sorgere. Una questione che ha coinvolto soggetti diversi, sia in ambito politico (3 sono i sindaci che si sono susseguiti nel corso del tempo, Alemanno, Marino ed in ultimo la Raggi) che alla presidenza del club (Di Benedetto, Pallotta e Friedkin).
La burocrazia ed i ritardi hanno di certo prevalso sulla concretizzazione del progetto. La Roma attende la revoca del precedente progetto prima di discutere di quello nuovo, il quale potrebbe sorgere in aree commerciali già presenti e non creando un’area completamente adibita al nuovo impianto.
Il CEO della Roma, Guido Fienga, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport è stato chiaro: “siamo in attesa della revoca (della delibera sul pubblico interesse, ndr). Non è tanto l’ultimo passaggio del vecchio iter, ma il primo del nuovo. Non abbiamo affatto abbandonato l’idea di costruire uno stadio, ma il timing a questo punto è dirimente. Senza questa condizione, dovremmo cambiare strada. Non c’è un minuto da perdere”. E sul perché i giallorossi hanno abbandonato l’idea di Tor di Valle: “ogni progetto è figlio del proprio tempo. Quando siamo andati a Tor di Valle esisteva un mondo che il Covid ha spazzato via, oggi quel progetto non sarebbe più conveniente. I Friedkin l’hanno recepito e sono andati altrove, tanto è vero che noi abbiamo ritirato la nostra disponibilità anche se non eravamo i proponenti, saremmo diventati i fruitori dello stadio. Adesso quel presupposto non esiste più, non ha alcun senso. E siccome la legge sugli stadi parla chiaro, noi siamo bloccati finché non viene rimosso il pubblico interesse”.