Stadi vuoti e tanti gol: come è cambiato il calcio italiano con il Coronavirus

Stadi vuoti e tanti gol: come è cambiato il calcio italiano con il Coronavirus

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Da quando il Coronavirus è entrato prepotentemente nelle nostre vite, tutto è cambiato in maniera esponenziale. Dalla vita di tutti giorni ai rapporti con le persone, fino ad arrivare anche alle nostre passioni. Il calcio, sotto diversi aspetti, ha sicuramente risentito dell’avvento del Covid-19, in particolare modo per quel che riguarda la categoria dei tifosi. Questi ultimi non possono più recarsi allo stadio di nuovo dopo l’ultimo DPCM, da 0 tifosi si era passati a 1000 e adesso nuovamente a 0 dopo l’aumento dei contagi in tutta Italia.

Coronavirus: come è cambiato il calcio italiano

La lente d’ingrandimento in questo caso cade soprattutto sul fattore stadi vuoti e su quanto questo “dettaglio” stia andando ad incidere anche sullo svolgimento del campionato e soprattutto sulle prestazioni di squadre e calciatori.

(Photo by Michael Regan/Getty Images)

 

Niente più indicazioni

Senza pubblico cambia tutto, a partire dalle voci dei protagonisti: urla, imprecazioni, consigli tattici e tanto altro, tutto e di più può essere comodamente ascoltato dalla televisione, vista l’assenza dei tifosi. Ciò naturalmente ha inciso sicuramente sugli allenatori, sempre molto attenti a dare le proprie indicazioni a bordo campo per evitare che si ascolti ciò che non dovrebbe essere ascoltato.

Molti più gol

La mancanza del pubblico concede maggiore libertà alle squadre. Le compagini infatti sono totalmente prive di pressioni e sembrano lasciarsi andare alla voglia di giocare e al divertimento. Senza l’incitamento o le critiche dei tifosi, c’è maggiore tranquillità in mezzo al campo e ciò conduce anche e soprattutto a difese ballerine. Senza andare a rivangare troppo nel passato, basti pensare ai gol segnati in queste prime 5 giornate di campionato: 183 rispetto ai 141 siglati nelle prime 5 partite della scorsa stagione (considerando anche una partita in meno, quella tra Genoa e Torino).

Meno pressioni sui singoli

Oltre ad esserci maggiore libertà per le squadre, c’è naturalmente anche meno pressione sui calciatori singoli. Sono diversi infatti i giocatori che dopo il Coronavirus si stanno affermando su livelli importanti. L’emblema di questa categoria potrebbe essere Davide Calabria: il terzino rossonero era spesso beccato dai propri tifosi, ma con l’assenza di pubblico si sta rivelando fondamentale per lo scacchiere di Pioli, collezionando splendide prestazioni partita dopo partita.

Fattore casa

Infine arriviamo al vantaggio di giocare tra le mura amiche, quasi completamente annullato dall’assenza di pubblico: il fattore casa quasi non esiste più ormai. I risultati esterni si susseguono in qualità importante giornata dopo giornata e ciò rende ancor più imprevedibile l’andamento del risultato.

Calcio col Coronavirus: meglio o peggio?

Quasi superfluo dire come senza pubblico resta un’amarezza grande quando si vuole festeggiare un gol o una vittoria. Tanti aspetti negativi ma alcuni anche positivi: dall’assenza di pubblico alla libertà delle squadre i tanti gol fatti che comportano anche difese ballerine, l’imprevedibilità dei risultati e la mancanza di pathos. Diversi aspetti insomma che rendono la situazione attuale troppo incerta.

(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)