La redazione di Calcio e Finanza ha fornito una suggestiva, quanto allarmante analisi sulla situazione debitoria del settore sportivo italiano. Il riferimento è lo studio “Up&Down – Come cambia il rischio delle imprese”, pubblicato da Cerved, agenzia di analisi circa il merito creditizio delle imprese, nonché la loro solvibilità a medio-lungo termine. Il risultato dell’analisi evince un dato incredibile: dell’indebitamento generale di 2 miliardi legato allo sport italiano, l’80% proviene da società che, in tempi normali non influenzati dalla perdite della crisi Covid, sarebbero indicate come prossime al fallimento. Lo studio tiene conto di 640 mila società di capitali non finanziarie.
Il 49,5% di queste imprese è stato ‘declassato’ secondo l’indice di rischio noto come Cerved Group Score. il dato più alto dal 2009, gli anni della crisi finanziaria. Dal 2019 al 2020, le società considerate ‘a rischio’ sono passate da 75mila a 120 mila. In un conteso maggiormente rigido, le imprese rischiose salirebbero del 20,7%. Di gran lunga meno del 32,3% stimato lo scorso anno, quando l’incertezza sull’evoluzione della pandemia era di gran lunga molto più incisivo.
Le società più ‘grandi’ sono quelle considerate maggiormente solide ma, al tempo stesso, quelle che si rivolgono con frequenza ai capitali finanziari. L’area in cui si registra il volume più ampio di debiti. Come specifica Calcio e Finanza, nei bilanci di 515 grandi imprese ad alto rischio, i debiti finanziari nel 2020 ammontano infatti a 56,5 miliardi di euro. Un ammontare complessivo cifra che supera i debiti a rischio delle microimprese, delle piccole (22) e delle medie, rispettivamente 32 miliardi, 22 e 24.