Il Napoli è ufficialmente campione d’Italia. Il trofeo mancava da 33 anni in terra partenopea ed una stagione quasi perfetta ha regalato una gioia immensa alla città ed ai suoi tifosi. Un tripudio che ha coinvolto anche chi segue poco il calcio, capace di travolgere con le sua emozioni tutte le persone di qualsiasi età, dai più piccoli ai più anziani. “Cesare campione d’Italia” è lo striscione esposto in Curva A in occasione di Napoli-Fiorentina. L’anziano tifoso del Napoli, dopo aver sconfitto una brutta malattia aveva un sogno. Lo scorso anno, su Radio Kiss Kiss Napoli, si è emozionato facendo un appello al presidente. Il suo desiderio è oggi diventato realtà. A Napoli lo Scudetto è segno di gioia, rivincita, passione, storia e soprattutto amore. Una festa che non può durare pochi giorni ma che deve essere celebrata in un tempo longevo. Solo Maradona era riuscito a far salire Partenope sul tetto d’Italia, ma la storia ora va aggiornata…
Nell’attuale stagione i protagonisti sono più di uno: i meriti vanno divisi tra allenatore, società e calciatori. La sessione di calciomercato estiva è stata difficile, caratterizzata da diversi addii ma altrettanti rimpiazzi. In pochi credevano in Giuntoli e la squadra costruita, ma lo staff era completamente consapevole della forza di questo nuovo gruppo. Nessuno però, e forse nemmeno la società, si aspettava tale stagione. Iniziare il campionato con zero pressioni e con le griglie di partenza (talvolta inutili, parla il campo!) ha permesso a Spalletti e ai suoi di lavorare serenamente. Proprio il tecnico di Certaldo è stato l’artefice principale di questa vittoria. In Champions ha compiuto un percorso straordinario battendo – con tanti gol di scarto – Liverpool, Ajax, Rangers e Francoforte raggiungendo lo storico traguardo dei quarti di finale.
In campionato, invece, la costanza nel vincere le partite è stata la chiave del successo. Il meticoloso studio del coach passa anche attraverso lo stato psicologico dei propri giocatori. Lobotka e Osimhen sono l’esempio lampante. Tutti uniti per un unico obiettivo. La parola squadra è più vera che mai per questo gruppo. Non ci sono differenze. Anche la riserva è consapevole di aver contribuito al successo. La preparazione delle partite è stata sublime tranne in poche occasioni (ma si sa, nulla è perfetto). E sui calci piazzati e con il proprio gioco il Napoli ha sempre dominato e trovato la via della vittoria. Nei due anni di stop Spalletti non ha mai smesso di lavorare, anzi. Oggi si può parlare di un tecnico all’avanguardia con mosse tattiche visibili solo in pochi top club. Di Lorenzo che si accentra diventando il quarto centrocampista è uno degli esempi più importanti della lungimiranza di questa squadra. Per non parlare della tecnica di Kvaratskhelia e la fame di gol di Osimhen.
Tutta la squadra, con singoli di grande lavoro, ha permesso a Luciano di conquistare il suo primo scudetto in patria. Il mister ha deciso di accettare questa sfida consapevole di vivere lontano dai propri cari (abitano a Milano). Il sacrificio e l’intenso lavoro, scaturiti dalla passione, hanno reso Spalletti campione d’Italia.