Spalletti no grazie: il grande rifiuto | Snobba la Nazionale e non vestirà d’Azzurro
Il commissario tecnico della Nazionale spiazzato dal grande rifiuto. Niente da fare per Spalletti: ha deciso di non vestire la maglia dell’Italia.
Senza mezze misure. Per molti giocatori vestire la maglia della Nazionale è il punto più alto di una carriera. Per informazione chiedere a Buffon o a De Rossi, tanto per fare qualche esempio: si sono votati all’Azzurro anche una volta smesso di giocare: chi come (attuale) ambasciatore, chi nello staff di Mancini (restando in tema) ai tempi dell’Italia campione d’Europa.
C’è chi la Nazionale la brama, soprattutto da giovani, vedi Daniel Maldini: il nuovo che avanza, l’ultimo convocato del nuovo ciclo di Luciano Spalletti per la Nations League, nato sulle ceneri del clamoroso flop all’ultimo Europeo; la prima dinastia nonno-padre-figlio della storia Azzurra
Per molti giocatori la Nazionale è un’alternativa al loro paese Natale. Il primo che viene in mente è Mauro German Camoranesi, in tema di Azzurro un campione del mondo a Germania 2006. L’esempio più vincente del nuovo millennio. Non certo l’ultimo.
È stato merito di Roberto Mancini se ora l’Italia ha un centravanti: non è nato in Italia ma ha preferito indossare la maglia Azzurra visto che in quella Albiceleste (campione del mondo e del Sudamerica) Mateo Retegui non avrebbe mai trovato spazio.
C’è chi dice no alla Nazionale
Chissà se l’Argentina rimpiangerà mai Mateo Retegui, di certo Spalletti benedirà la scelta di Roberto Mancini, fu proprio lui a scommettere senza remore sull’attuale top scorer della Serie A, passato in estate dal Genoa all’Atalanta di Gasp. Ma c’è anche chi ha detto no all’Italia.
Il caso che ha fatto più scalpore è stato quello di Mati Soulé, lo scorso anno capace di andare in doppia cifra con il Frosinone, ponendo le sue qualità all’attenzione di tutti. “Ringrazio Spalletti, ma io mi sento argentino”. Con queste parole il talentino della Roma ha spiegato il perché di questo rifiuto. Una domanda sorge spontanea.
Le ripercussioni di quella scelta
Mati Soulé ha fatto bene a scegliere l’Argentina? E ancora: l’Italia può rimpiangere questa decisione? Il minimo comun denominatore in questo momento è no. Un doppio no. Il primo è proprio per Mati Soulé.
Il centrocampista offensivo argentino ancora non è stato convocato da Scaloni, e non lo sarà nell’immediato futuro visto che non è che stia brillando con la Roma, dove ha realizzato la miseria di un gol finora, peraltro inutile nell’ultimo turno di Serie A che ha visto i giallorossi cadere (anche) a Verona contro l’Hellas. Neanche Spalletti si starà fasciando la testa per il grande rifiuto. La sua Italia l’ha trovata, e va benissimo così.