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Spagna e Svezia, incubo Covid e polemiche a ridosso dell’Europeo

Venerdì comincerà ufficialmente Euro 2020 e, a pochi giorni dall’atteso evento, l’ombra del Covid-19 è tornata ad incombere sul mondo del pallone. Nella Spagna è risultato positivo il capitano Sergio Busquets, poi seguito dal difensore Diego Llorente. La Svezia ha comunicato l’avvenuto contagio in poche ore di Dejan Kulusevski e Mattias Svanberg. Nella Nazionale iberica è scattata la ‘bolla parallela’, nonché la convocazione di altri sei giocatori – in via preventiva – a dimostrazione di quanto siano forti i timori di un focolaio esteso. La Svezia, al momento, non ha ritenuto di convocare altri giocatori rimanendo fiduciosa di poter recuperare i due attualmente positivi al Coronavirus.

Un duro colpo, non solo alla preparazione e consequenzialmente alle aspettative di successo nel torneo ma, anche e soprattutto, alla solidità di un piano che aveva, e ha tuttora, lo scopo di rilanciare il calcio nella sua veste ‘normale’ nell’epoca di convivenza con il famigerato Covid-19. Ad aprile, il cluster scoppiato nella spogliatoio della Nazionale Italiana, aveva indotto la Uefa a predisporre un super piano – tramite la propria commissione medica – che prevedesse la vaccinazione dei 600 calciatori impegnati a Euro 2020.

Piano naufragato

Il piano non è stato realizzato, complici le rimostranze di autorità e opinione pubblica che, in molti casi, hanno prediletto il rispetto delle fasce senza garantire trattamenti preferenziali. La Nazionale spagnola, ad esempio, non ha inoculato alcuna dose di vaccino in nessuno dei calciatori. Idem per l’Inghilterra, nonostante il forte appello del CT Southgate a guardare più ai rischi delle trasferte che ad una mera ‘gerarchia’ da rispettare. Solo metà degli atleti e staff ha ricevuto il vaccino nella Nazionale francese. Una disomogeneità che rischia di compromettere il regolare svolgimento dell’imminente Europeo.

Indecisioni che mettono a rischio Euro 2020

In Spagna sta scoppiando un vero e proprio caos, con forti polemiche e ‘scaricamenti’ di responsabilità tra le varie autorità competenti. Dito puntato anche sulle contraddizioni in materia di vaccini nel mondo dello sport. Infatti, nonostante la Federcalcio avesse caldeggiato la vaccinazione sui calciatori impegnati all’Europeo, il Ministero della Sanità aveva ritenuto di negare quello che poteva apparire come un trattamento di favore. Tuttavia, non è stata negata la vaccinazione degli atleti che andranno alle Olimpiadi, compresi alcuni calciatori creando un pericolosissimo paradosso. In queste ore le autorità si esprimeranno e – con ogni probabilità – vinceranno i sentimenti di buon senso. Acuiti da quella che può diventare un’emergenza per la selezione iberica. L’ennesima toppa da fissare a danno già avvenuto. Ancora una volta, una distorsione organizzativa può mettere a serio rischio la regolarità dell’Europeo.

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Published by
Luigi Matta