Ole Gunnar Solskjær, eroe della finale di Champions League del 1999 quando segnò il 2-1 contro il Bayern Monaco al 93′ regalando la coppa al Manchester United, è dal dicembre 2018 sulla panchina dei Red Devils. Alla prima stagione da subentrato il Norvegese ha portato il Man United fino al 6° posto mentre la stagione successiva ha chiuso 3°.
Da quando si è seduto sulla panchina dell’Old Trafford che, dopo l’eredità di Ferguson ha mietuto vittime una dietro l’altra, Solskjær vanta un record di 48 vittorie, 25 pareggi e 17 sconfitte in Premier League dove si è scontrato con allenatori top come Guardiola, Mourinho e Klopp. Queste le statistiche sugli incroci tra Solskjær e gli altri allenatori:
Prima del match di ieri vinto 3-1 sul Tottenham di Mourinho, Solskjær si è reso pure protagonista di un simpatico siparietto dove ha mostrato rispetto e zero presunzione nei confronti di un cameraman. Come riporta Henry Winter, giornalista di Timesport, l’allenatore del Man United avrebbe atteso che l’operatore finisse la sua ripresa prima di passare.
Un ex giocatore che dunque sta facendo bene alla guida della squadra che lo ha reso grande. Discorso diverso invece per un altro ex calciatore, Andrea Pirlo, finito molto rocambolescamente alla guida della Juventus a inizio stagione. I bianconeri sono attualmente al 3° posto in classifica, in piena corsa per la Champions League, ma nel corso della stagione hanno alternato ottime prestazioni ad altre deludenti che hanno lasciato punti per strada.
In Italia, una cosa che non abbiamo è la pazienza di aspettare. Aspettare cosa? Aspettare di vedere come un allenatore alle prime armi, perché Pirlo è di fatto alle prime armi, possa rendere alla distanza. Solskjær è andato via via migliorando in questi tre anni trovando solidità nel gruppo e un’idea di gioco. Forse a Pirlo, ciò che lo sta “fregando”, è il fatto che la Juve arrivi da 9 scudetti consecutivi e gli standard siano, ovviamente, alti.