Sir Bobby Charlton, il destino nei piedi e una vita in rosso: l’ultimo dei Busby Babes
L’Inghilterra piange la morte di Sir Bobby Charlton, eroe dei Tre Leoni e ultimo dei Busby Babes, una vita indossando i colori del Manchester United.
Si è spento oggi, all’età di 86 anni, uno dei calciatori che più ha rappresentato nell’essenza e nello spirito il calcio. Tutto il mondo piange la scomparsa di Sir Bobby Charlton, icona e idolo di milioni di tifosi inglesi e non solo, che ha scritto la storia dello sport più bello del mondo. Chi pensa all’attaccante inglese, inevitabilmente pensa al Manchester United e viceversa, un’intera vita dedicata al rosso di Old Trafford, a cominciare dalle giovanili sotto la guida attenta di Matt Busby, con il quale vincerà anche la prima Coppa dei Campioni della storia dei Red Devils in un’emozionante notte del 1968 contro il Benfica.
La storia di Sir Bobby però è profondamente legata alle volontà del cielo, lo stesso che strappò la vita a molti dei suoi compagni di squadra a bordo dell’aereo BE 609 che si schiantò in una fredda serata di Monaco di Baviera, al rientro verso Manchester.
Quella sera davanti agli occhi di Charlton passò tutta la vita, anche quella futura, e prese forma una promessa che dieci anni dopo sarebbe diventata realtà. Lo schianto e le vite spezzate, tra cui quella di Duncan Edwards, spingono Bobby a sognare a tutti i costi di vincere la Coppa dei Campioni con il Manchester United, in segno di riconoscenza verso chi prima di lui aveva donato la propria esistenza a questi colori. La notte di Monaco di Baviera segnerà il vero punto di svolta nella carriera del giovane allievo di Matt Busby.
Eroe dei Tre Leoni, Charlton sul tetto del mondo
Due anni prima della vittoria della Coppa dei Campioni con il Manchester United, Bobby Charlton si appresta a partecipare da grande protagonista ai Mondiali. La rassegna internazionale più importante si gioca in Inghilterra, sembra quasi un segno del destino per l’attaccante dei Red Devils, che sa di dover ancora ripagare la Dea Bendata dalla notte della tragedia di Monaco di Baviera.
La Nazionale dei Tre Leoni si comporta da favorita partita dopo partita e Bobby è la star della squadra, segna e fa segnare i compagni e riesce a trascinarli fino alla finale di Wembley contro la Germania Ovest. Durante il cammino verso l’atto conclusivo Charlton mette a segno tre reti, una contro il Messico che decreta il passaggio ai quarti di finale e due contro il Portogallo di Eusebio in semifinale. Contro i tedeschi a Wembley l’Inghilterra non fa sconti, Hurst consegna la storia in mano a Bobby, che quel giorno incrocia il proprio destino con un’altra grande personalità della storia inglese, la Regina Elisabetta, che lo nomina “Sir” a vita per il merito sportivo.
Addio a Sir Bobby Charlton, l’ultima lacrima di Old Trafford
“Qualcuno ha detto che noi calciatori siamo schiavi del calcio stesso. Beh, se questa è la schiavitù, allora condannatemi a vita”.
Una delle frasi più famose pronunciate da Charlton, che amava il calcio più di ogni altra cosa al mondo, e che al calcio doveva la sua intera esistenza. Non sopravvissuto, bensì “Supervissuto” da quella tragica notte di Monaco di Baviera, Bobby ha realizzato i sogni dei suoi compagni di squadra e di tutto il popolo inglese, che ancora oggi attende un’altra stella caduta dal cielo che possa riportare l’Inghilterra sul tetto del mondo.
L’Inghilterra e il mondo sono in lutto, ma ancor più la parte rossa di Manchester, che proprio a Bobby riconosce la grande esplosione del club negli anni ’60, continuata poi negli anni fino a consacrarlo come una delle società più importanti della storia del calcio. Oggi a Manchester è un giorno triste, un ultima lacrima si poserà sullo splendido prato di Old Trafford, “Teatro dei Sogni” di un uomo che di sogni ha riempito la propria straordinaria vita, una vita in rosso.