L’Inter torna a Kiev per giocarsi la Champions, undici anni dopo la sfida contro la Dinamo Kiev che segnò l’inizio del Triplete di Mourinho. La trasferta del 2009 era una sfida da dentro o fuori che i nerazzurri vinsero con le unghie nella neve. Quella di oggi contro lo Shakhtar, nonostante il clima più mite, ma comunque freddo, era una sfida forse altrettanto importante.
Antonio Conte sceglie il terzetto Vidal-Barella-Brozovic a centrocampo, mentre Luis Castro conferma il 4-3-3 del suo Shakhtar. Si parte a rilento e dopo dieci minuti di gioco nessuno dei due portieri ha dovuto sporcarsi i guanti. Al 12’ gli ucraini sono costretti ad un cambio: fuori l’infortunato Dentinho dentro Taison.
Da quel momento i nerazzurri portano diversi pericoli dalla parte di Trubin. Il portiere ucraino al 14’ para facilmente un colpo di testa di Lautaro debole e centrale. Un minuto più tardi Lukaku, trovando la strada verso la porta sbarrata dallo stesso Trubin, serve all’indietro per Barella che con un bel destro al volo colpisce in pieno la traversa. Pochi minuti ancora e di nuovo Lukaku manda a lato di pochissimo un colpo di testa ravvicinato. L’ultima occasione prima del 25’ capita a Lautaro che supera in uscita Trubin, ma defilato non riesce a centrare la porta.
Il primo tiro dello Shakhtar, invece, arriva al 35’ dalla lunga distanza: Handanovic blocca senza problemi. Al 40’, invece, un’entrataccia di Bondar su Vidal regala all’Inter un’interessante punizione dal limite. Sulla palla ci va Romelu Lukaku. Il obelga tira forte e sul palo del giovanissimo Trubin che è bravo a deviare la palla contro la traversa: e due!
Finisce così un primo tempo in cui l’Inter comanda il gioco, ma non riesce a trovare la via del gol, colpa soprattutto di due traverse colpite da Barella e Lukaku.
Dove si ferma la sfortuna, però, ci si mette l’imprecisione. Al 53’ Lukaku fa sponda per Brozovic che con un destro potente dal limite costringe Trubin alla respinta corta. Il pallone finisce sui piedi di Lautaro che, indisturbato e a porta vuota, spedisce a lato. Da quel momento in poi la partita si spegne, l’Inter subisce il contraccolpo psicologico di un gol clamorosamente fallito ed inizia ad aver paura di non riuscire a sbloccare una partita che sarebbe un peccato non vincere. Ed infatti non la vince. A nulla servono gli ingressi di Perisic ed Eriksen: i nerazzurri non creano più pericoli e le proteste per un presunto fallo su Lukaku in area di rigore partono da una trattenuta troppo lieve per essere degna di un calcio di rigore.
L’Inter, così, domina, ma non vince salendo a due punti in classifica, ma restando due punti dietro lo Shakhtar primo a quattro punti.