Zero sconfitte in otto partite. Poi il black-out. Sabato pomeriggio, al cospetto di un’Inter vogliosa di ritrovarsi, il Sassuolo perde la la lucidità che ne ha contraddistinto il percorso fino ad ora. Vertigini d’alta classifica, troppi elogi, primi cali di condizioni. I fattori sono molteplici quando si analizza una vittoria, figurarsi una sconfitta. A dire il vero, la sconfitta. Infatti, il Sassuolo di De Zerbi, contro l’Inter, perde per la prima volta in stagione, lasciando il club delle imbattute della Serie A dove, al momento, sono rimaste solo Milan e Juventus. Un brusco stop che, inevitabilmente, ha già aperto i processi. Soprattutto ha rinvigorito i critici dei neroverdi che, a questa favola, non hanno mai dato credito.
Ma il Sassuolo non è una favola. Non c’è nulla di animato, nel solerte lavoro del club e della squadra. Il Sassuolo, letteralmente, gioca a calcio. Lo ha fatto anche sabato, nonostante i tre gol subiti. Dal post-lockdown, i neroverdi hanno totalizzato 37 punti, appena sei in meno dell’Inter e della Roma, quattro in meno del Napoli dell’Atalanta. Tre in più della Juventus. Che la caduta, avvenga contro un’Inter con le spalle al muro, è sicuramente parte del percorso di crescita. Un percorso che, come testimoniano i numeri menzionati, parte da lontano e, inevitabilmente, è ancor più lontano che vuole arrivare.
Quello che è mancato sabato, va oltre il gioco di De Zerbi che, in ogni caso, ha creato grattacapi anche alla cinica Inter di Conte. Va ricondotto ad un aspetto mentale, ad una fragilità caratteriale che, in alcun modo, non prescinde dalla più antica regola del calcio: in campo ci sono anche gli avversari. Dei sei match disputati finora, in cui i neroverdi sono hanno subìto almeno un gol, sono ben quattro le partite in cui il Sassuolo ha segnato meno di 15′ dopo la rete avversaria. È accaduto contro il Cagliari, quando al vantaggio di Simeone al 77′, ha rimediato Bourabia all’87’. Cagliari come Crotone: al momentaneo pareggio al 49′ di Simy, ha risposto Caputo nove minuti dopo. Che dire della rimonta nel derby emiliano contro il Bologna. Al gol dell’1-0 di Soriano al 9′, c’è la replica di Berardi al 18° minuto. Al tentativo di fuga dei rossoblu, con il gol del 3-1 Orsolini al 60′, c’è la risposta veemente in quattro minuti di Djuricic, seguita sei minuti dopo da Caputo. Si può chiedere anche a mister Giampaolo e al suo Torino, che in appena sei minuti, hanno visto un 3-1 mutare in 3-3, quando mancavano cinque minuti al termine del match. Questo è mancato contro l’Inter. La capacità di non far scappare l’avversario.
Il Sassuolo è squadra, squadra vera. Niente drammi. De Zerbi ha ribadito che, non si fissano obiettivi, se non quello di ragionare partita dopo partita. Il Sassuolo di obiettivi ne ha, a discapito della giusta strategia psicologica del tecnico ex Benevento. La Serie A è ancora in divenire e, senza dubbio, il Sassuolo ha ancora numerose frecce al suo arco, per stupire ancora. Per sognare ancora.