Serie A, masterclass Sarri e flop Inzaghi. CR7, siamo alle solite
Il primo grande bocciato del weekend degli incroci bollenti è Simone Inzaghi, che al contrario dell’impostazione accattivante e propositiva con la quale aveva sempre cercato di far identificare la sua Inter, si è presentato all’Olimpico contro la sua ex Lazio con un atteggiamento lontano anni luce da quello che tanti applausi aveva generato la passata stagione. Normale che il dito venga puntato sulla scelta di rinunciare alla qualità sulla linea mediana per dare spazio al contenimento di Gagliardini, finito per essere travolto da una superiorità a tratti ingiocabile da parte di Milinkovic Savic. Altrettanto incomprensibile la scelta di rinunciare nuovamente a Robin Gosens dal primo minuto, con la conferma di Dimarco che si è rivelata come una mossa totalmente sbagliata, come manifestato dal gol di Felipe Anderson che ha stappato le emozioni di un match che mai l’Inter ha avuto tra le proprie mani.
Presto per sentenze, ma giusto far partire le critiche anche per un allenatore che aveva sbagliato davvero poco dall’inizio della sua esperienza sulla panchina nerazzurra. Al contrario va sottolineato con un fragoroso applauso il nuovo corso della Lazio, caratterizzato dalla connessione diretta tra mister Sarri e Claudio Lotito. I biancocelesti sembrano avere finalmente assunto le sembianze del loro allenatore, con scelte di tempo perfette nell’alternanza tra fase di sofferenza e fase di proposizione. I cambi in corsa sono stati poi la vera “masterclass” del tecnico dei capitolini, abile nell’inserire la sublime qualità di Pedro e Luis Alberto nel momento più opportuno, quello che ha di fatto deciso il suo trionfo proprio grazie alle giocate dei due subentrati.
RONALDO SENZA PACE, TRA SUGGESTIONI E SMENTITE
Siamo alle solite. Cristiano Ronaldo sembra non trovare pace, e l’inquietudine di uno dei più forti calciatori della storia del calcio non può che agitare i sonni dell’intera sessione di calciomercato europea esattamente come accaduto un anno fa di questi tempi. Il rapporto con Ten Hag è ai minimi termini, ed allora Jorge Mendes sta progettando l’incastro perfetto per cercare una soluzione che perlomeno dal punto di vista economico potrebbe trovare la soddisfazione di tutte le parti in causa. La suggestione racconta di un’offerta a tre cifre dei Red Devils per Osimhen, oltre al prestito di CR7 alla corte di Spalletti. Una rivoluzione che se dal punto di vista prettamente economico potrebbe essere anche tollerabile, andrebbe ad intaccare il lavoro magistrale di Giuntoli sul mercato e del tecnico sul campo per quanto visto sino ad oggi, magari alterando irrimediabilmente equilibri che potrebbero far sognare una piazza affamata e passionale dopo tre mesi comunque travagliati.
A spegnere la suggestione, le parole dell’agente di Osimhen, Roberto Calenda che blinda il suo assistito. Un thriller in piena regola, che non ha ancora preso forma e chissà se la prenderà mai. Nel frattempo il portoghese attende di conoscere la sua sorte dal Belpaese, dove si è reso protagonista di una visita lampo assieme alla sua compagna, mentre il suo futuro si sta per disegnare in via definitiva senza che una destinazione sia stata effettivamente designata. Di fatto il suo agente lo ha proposto a tutte le squadre che parteciperanno alla prossima Champions League, trovando solo raramente la disponibilità ad approfondire il discorso: vuoi per l’insostenibilità dei costi legati al suo possibile ingaggio, vuoi per gli equilibri che andrebbe a squassare con la sua personalità ingombrante ed un carattere che nelle ultime stagioni lo ha spesso portato a creare frizioni con l’ambiente che lo circonda. Un periodo inglorioso, per un fuoriclasse che di gloria ha invece costellato la sua irripetibile carriera.