Serie A, lo spettacolo è già finito: la “ritirata” dei gol

Serie A, lo spettacolo è già finito: la “ritirata” dei gol

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Ci hanno raccontato che il calcio italiano era cambiato, hanno parlato di una svolta filosofica: prima di tutto non prenderle con l’obiettivo di fare un gol in più dell’avversario. Si trattava di una fase transitoria, una congiuntura astrale dovuta a vari fattori: la spensieratezza delle prime giornate, l’incertezza della situazione relativa al contagio che inevitabilmente incide sotto l’aspetto mentale, il calo d’attenzione per l’assenza del pubblico.

Questi aspetti hanno generato una corsa al gol, alle partite-spettacolo, al gusto di insistere sempre sulla costruzione dal basso al costo anche di fare errori in uscita, all’idea di tenere quanto più possibile i ritmi alti.

Ci sono stati numeri da record: addirittura alla quarta e quinta giornata sono stati realizzati 41 gol. L’overdose dell’assalto alla porta avversaria è già terminato, nell’ultimo turno in dieci partite sono arrivati solo 18 gol, il dato più basso del campionato finora.

I punti cominciano, già alla settima giornata, ad essere vitali, soprattutto nella lotta salvezza, inoltre per le squadre impegnate nelle coppe con il calendario compresso le energie cominciano a calare, gli allenatori avvertono il peso della pressione come dimostra la scelta della Fiorentina di esonerare Iachini e riportare a casa Prandelli. Ci sono stati più pareggi a reti bianche nell’ultimo turno che in tutte le giornate precedenti, quando solo due gare del Verona erano finite 0-0.

La sfida contro la Roma, prima che il giudice sportivo assegnasse il 3-0 a tavolino a causa del caso del Diawara, e quella contro il Genoa terzultimo a pari punti con il Torino.

La fase difensiva è tornata la priorità assoluta, dal modo in cui l’Udinese ha anestetizzato il gioco brillante del Sassuolo alla paura di Parma e Fiorentina di farsi male. Vale anche per le grandi squadre: la Juventus contro la Lazio ha abdicato alla difesa alta, tendeva ad abbassarsi anche dentro l’area di rigore per evitare le imbucate, e con l’uscita dal campo di Morata e Cristiano Ronaldo ha fatto fatica a ripartire arretrando sempre di più, così negli ultimi venti minuti è cresciuta la pressione della Lazio fino al gol di Caicedo.

Il Napoli ha il suo punto di forza proprio nella solidità difensiva, sul campo ha la migliore difesa della serie A con soli quattro gol subiti escludendo il verdetto del 3-0 a tavolino per la partita contro la Juventus mai disputata.

Gattuso ha trasformato il modo di difendere degli azzurri, nella scorsa stagione ha fatto di necessità virtù costruendo le sue serate più brillanti, come quelle che hanno portato alla vittoria della Coppa Italia, accettando anche di abbassarsi in area di rigore. Il Napoli prova sempre a difendere in avanti con Koulibaly, soprattutto, che ha la licenza di spezzare la linea. E’ sufficiente rivedere come nasce il gol di Osimhen a Bologna, da un anticipo di Manolas su Soriano che mette in moto l’azione sulla destra di Lozano.

Lo stesso Milan ha subito solo sette gol di cui sei nelle ultime tre gare contro Roma, Udinese e Verona. Il rendimento è ottimo con otto punti in più rispetto allo scorso anno ma i due pareggi in tre partite sono dovuti a qualche gol di troppo incassato.

Il calo dell’Atalanta conferma la centralità della fase difensiva. Tra le big, la squadra di Gasperini ha subito più gol di tutti: ben 14 (quattro in più rispetto ad un anno fa) ed avere il migliore attacco del campionato in compagnia del Sassuolo (18 reti realizzate come dodici mesi fa) ha prodotto solo 13 punti, tre in meno rispetto a quanto mostra la classifica dopo la settima giornata dello scorso campionato.

Inversione di tendenza? Presto per dirlo? Forse no, ma la certezza la avremo solo con il rientro dopo la sosta per le nazionali.