Juventus, Danilo risponde: “Critiche? Ho vinto ovunque”
Danilo si è raccontato attraverso il proprio profilo Instagram. Queste le dichiarazioni dell’esterno della Juventus, a partire dalle numerose critiche ricevute nel corso degli ultimi anni: “Sicuramente impari ad affrontarle. Riesci a creare un guscio di protezione perché ovviamente a nessuno piace ricevere critiche. Soprattutto quando sono critiche distruttive o di cose che non vanno bene. Ma io dico che nella mia storia di giocatore se avessi prestato troppa attenzione alle critiche, non sarei mai uscito di casa. Ricordo quando ho lasciato la piccola città di Bicas-MG per andare a Juiz De Fora, che era la città più vicina alla mia per poter giocare nel campionato Mineiro”.
Un aneddoto legato al passato: “Ricordo che nell’America Mineiro, quando ho iniziato a giocare in prima squadra, non sono esploso subito, ho dovuto lottare per trovare il mio spazio. Non ero una promessa, non ero quel giocatore che dava spettacolo. Ho ricevuto critiche anche a 17 anni, giocando da professionista. Voglio dire, in quel momento ho dovuto scegliere: ascoltare le critiche? Oppure ascoltare la mia coscienza, il mio lavoro e quello che sentivo dentro di avere come potenziale, quelle persone che credevano in me e che mi rendevano migliore?”.
Sul match di Champions League contro il Porto: “Quando sono arrivato a Porto a 19 anni giocavo già nella Seleçao. Il trasferimento al Porto, allora, era stato considerato il secondo più costoso della storia del club dopo Hulk. E così, cosa ci si aspetta da un terzino destro che è il più costoso della storia del club? Sai, devi fare la differenza in qualche modo, questo è sicuro. Nel mentre, sono arrivato lì con 20 anni. Non vi dirò che conoscevo la storia del club quando sono arrivato a Porto. Non conoscevo la storia, la sua rilevanza, la grandezza di tutto quello che rappresenta il Porto per il Paese, per il Portogallo, per la città di Porto. Fu un momento in cui ho pensato: ‘Ho ricevuto molte critiche, non sono ancora quel terzino che loro si aspettano’. Poi sarei diventato un giocatore importante per il club, ma all’inizio ho ricevuto molte critiche”.
Sul passato al Real Madrid e al Manchester City: “Ho finito per essere importante nella finale di Champions. Ho giocato undici partite in due edizioni di Champions in cui il Real ha vinto. Quindi non si può dire che non ero un giocatore che non faceva parte del progetto. Al Manchester City ho giocato 60 partite in due stagioni, vincendo 5 trofei. In Premier League ho giocato partite decisive, importanti”.