Serie A, il caso dei calciatori no-vax: “Se creano focolai, devono pagare i danni”
Il calcio deve andare avanti, si è appurato anche durante la fase più critica della pandemia, la scorsa estate. Il campionato è ricominciato a fatica, le partite sempre più ravvicinate, il rischio di contagi all’ordine del giorno. Ma da gennaio del 2021 c’è la possibilità di vaccinarsi e le squadre di calcio, appena gli è stato possibile, hanno iniziato i vari cicli per coprire al meglio i propri tesserati. Secondo i dati in possesso de La Gazzetta dello Sport, in Serie A circa il 90% dei calciatori hanno già ricevuto una dose di vaccino: il problema, però, sorge quando ci sono mediamente almeno 2-3 elementi per club che non lo hanno fatto.
L’obbligo vaccinale non c’è, così come per gli italiani, anche per i calciatori. Ad aprire la porta sulla questione, come riportato da fanpage.it, è stato il medico sociale dello Spezia, il Dott. Salini, il quale ha parlato di questa importante problematica: “Abbiamo provveduto a effettuare la prima dose di vaccino. Due calciatori non hanno voluto farlo perché si ritengono no-vax e si è creato un piccolo cluster dal punto di vista clinico. Alcuni calciatori vaccinati sono risultati positivi perché non si ha una copertura completa tra prima e seconda dose. Uno dei due calciatori no-vax è risultato positivo e gli altri vaccinati hanno ricevuto da troppo poco la prima dose per essere coperti“.
Tra i medici più duri, c’è il Responsabile sanitario del Bologna, il Dott. Gianni Nanni. Membro della Commissione medica della FIGC in rappresentanza dei medici della Serie A, non ha usato giri di parole, andando dritto al punto: “Calciatori no-vax? Ovviamente l’obbligatorietà non c’è e su questo siamo d’accordo, non si può obbligare un calciatore a vaccinarsi – ha spiegato a Radio Marte – Devi fare di tutto per convincerli, però ovviamente non si può obbligare. Chiaramente chi non è vaccinato dovrà sottostare al protocollo dell’anno scorso, con tamponi ravvicinati, sierologico e misure di sicurezza. Discorso di libertà e di rispetto verso gli altri. Dovremmo imporre che chi non si vaccina se ne assume le responsabilità e ne paga le conseguenze“.
Conseguenze dure, quindi. Cure da sostenere autonomamente, danni da pagare: “Se ti becchi il Covid-19 poi ti paghi le cure. Io ti curo e ti salvo, ovviamente però paghi le terapie, perché non hai voluto vaccinarti. Stiamo parlando di una pandemia. Stiamo subendo una pandemia mondiale, non possiamo avere le stesse regole e gli stessi princìpi senza un problema del genere. Si è liberi di non vaccinarsi, ma poi se ne pagano le conseguenze. Non solo paghi le cure ma paghi anche i danni che procuri agli altri. Se tu crei un focolaio poi devi pagare. Non credo che andremo a minare la democrazia e i diritti con una cosa del genere“.