Serie A, il 2022 dell’Hellas Verona

Serie A, il 2022 dell’Hellas Verona

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Questo 2022 in Serie A è stato sorprendente per l’Hellas Verona. Gli scaligeri hanno stupito tutti e raramente capita che questo sentimento riguardi sia una visione positiva che negativa. Il Verona entrava nel 2022 al dodicesimo posto in classifica con 24 punti. Igor Tudor aveva preso la squadra da 16 partite dopo l’inizio shock con Di Francesco e la svolta c’era stata. I successi importanti contro Roma, Lazio e Juventus e soprattutto gioco e identità. Il Verona perdeva poco e risaliva la classifica, il nuovo anno partiva sotto i migliori auspici. Sebbene il girone di ritorno non avesse portato successi di spicco, tuttavia, i 29 punti avevano regalato un nono posto totalmente inaspettato e per alcuni tratti anche qualche ambizione europea. Un’estate turbolenta con cessioni eccellenti e l’addio di Tudor hanno cambiato tutto. Il Verona si trova oggi in una situazione pericolosissima. I veneti sono ultimi a 5 punti ad otto lunghezze dalla zona salvezza.

(Photo by Pier Marco Tacca/Getty Images)

Il buon avvio in Serie A del Verona

La squadra di Tudor aveva in breve tempo trovato un’identità in campo e una consapevolezza che l’avevano resa una squadra temibile per qualsiasi avversaria. Nessuna big poteva sottovalutare il Verona e dopo l’inizio shock in campionato era già un traguardo. L’addio di Juric in estate sembrava aver cambiato le prospettive, ma Tudor ha saputo non solo mettere il pratica la sua idea di gioco, ma anche valorizzare moltissimi giocatori. Barak, Simeone e Caprari sono stati assoluti protagonisti della stagione. I tre sono stati capaci di superare la doppia cifra e di realizzare nel complesso 40 gol del Verona su 65. Poi ci sono state anche le ottime prestazioni di Casale, Tameze e Ilic. Un nono posto raggiunto con grande merito. Ma dopo questo risultato nessuno si sarebbe aspettato quello che sarebbe successo in breve tempo.

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

Un crollo verticale

L’estate è stata un susseguirsi di addii. Il primo è stato Igor Tudor, a seguire le cessioni di Barak alla Fiorentina, Simeone al Napoli e Caprari al Monza. Il nuovo mister Gabriele Cioffi si è ritrovato ad iniziare la stagione con una squadra incompleta e molto involuta dal punto di vista tattico. Gli arrivi di Henry, Djuric e Verdi non potevano sopperire i grandi numeri dell’attacco della stagione precedente. L’unica sopresa positiva è stato Doig. Il Verona presto ha dimostrato tutte le sue lacune e difficoltà. 5 punti in 5 giornate sembravano già pochi rispetto all’anno precedente. Nessuno, però, poteva immaginare che sarebbero stati gli ultimi. La vittoria contro la Sampdoria del 4 settembre è stata l’ultima luce per gli scaligeri. Da quel momento una serie infinita di 10 sconfitte a completare l’anno.

Le sconfitte contro Lazio, Fiorentina, Udinese e Salernitana sono costate la panchina a Cioffi. Al suo posto è stato promosso l’allenatore della Primavera Bocchetti, senza patentino. La squadra ha cambiato atteggiamento, ma il limiti tecnici hanno impedito di conquistare risultati e a breve anche il carattere è stato perso. Buone prestazioni contro Milan, Sassuolo, Roma e Juventus, ma non è bastato. Scaduta la deroga di Bocchetti, il nuovo Verona ricomincerà con Zaffaroni in Serie A. Senza mercato e senza un miracolo sportivo per i gialloblu il rischio retrocessione è molto alto. Uno spreco, considerato l’ottimo livello degli ultimi anni, che ha come responsabile le scelte errate del presidente Setti.