Serie A, il 2020 dell’Inter: più alti che bassi, ma la Champions stona

Serie A, il 2020 dell’Inter: più alti che bassi, ma la Champions stona

(Photo by Marco Luzzani/Inter via Getty Images)

L’Inter chiude il 2020 senza alcun trofeo, per il nono anno consecutivo. Il 2019 ha portato un allenatore vincente – sulla carta – che non è però riuscito ad invertire il trend negativo dei nerazzurri. Antonio Conte, tuttavia, ci è andato molto vicino.

Gennaio – Marzo

L’anno inizia nel migliore dei modi, con la vittoria per tre a uno sul campo del Napoli e il consolidamento del primo posto in classifica. Poi però comincia il solito leitmotiv: una serie di pareggi, tre consecutivi, che consentono alle inseguitrici – Juventus Lazio – di guadagnare terreno ed addirittura scavalcare i nerazzurri. A questo, si aggiunge l’infortunio di capitan Handanovic, costretto fuori dai campi per circa un mese.

L’Inter risente parecchio della sua assenza, anche se nelle prime due gare senza lo sloveno riesce a fare bottino pieno. La vittoria ad Udine arriva con tranquillità, mentre nel derby contro il Milan i nerazzurri sono chiamati ad una strepitosa rimonta, dopo che i rossoneri avevano chiuso il primo tempo – con la complicità di Padelli – con ben due gol di vantaggio. Queste due vittorie riportano la Beneamata in vetta alla classifica, in coabitazione con la Juventus.

(Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Poi però, arrivano i due scontri diretti, contro Lazio prima e Juventus poi. Due match in cui la squadra di Conte raccoglie zero punti e la solita sensazione di non essere all’altezza della situazione. Quella contro i bianconeri è l’ultima gara prima dello stop per il covid-19.

Nelle coppe, i nerazzurri faticano meno. In Coppa Italia, l’Inter si libera facilmente di Cagliari e Fiorentina, mentre soccombe nell’andata della semifinale contro il Napoli. In Europa League, il Ludogorets viene eliminato in scioltezza e con il primo gol in nerazzurro di Christian Eriksen, in una delle rare apparizioni dal primo minuto.

Sì, proprio lui. Il centrocampista è stato il regalo della società ad Antonio Conte nel mercato invernale. Un regalo, però, non gradito dal tecnico salentino, che prova ad inserirlo nel suo 3-5-2 – trasformato anche in un 3-4-1-2 – ma i risultati non sono quelli sperati.

Giugno – Agosto

Finalmente, dopo quasi tre mesi lontano dai campi per il coronavirus, si torna a parlare di calcio. In Serie A la lotta è aperta e coinvolge le solite tre squadre: Juventus, prima, con due punti di vantaggio sulla Lazio e sei punti sull’Inter, scivolata al terzo posto. Le dodici partite giocate nel periodo estivo vedono un’altalena di risultati e prestazioni che impediscono ai nerazzurri di lottare fino alla fine e consegnano lo scudetto alla Juventus, con due giornate di anticipo. Alla fine, l’Inter chiuderà al secondo posto: il miglior piazzamento dalla stagione 2010/2011 ad oggi.

La prima gara post-covid, però, è la semifinale di ritorno contro il Napoli. I partenopei riescono a strappare un pareggio in casa e volano in finale di Coppa Italia (finale che poi vinceranno contro la Juventus).

Il mese di agosto è dedicato al nuovo format dell’Europa League: la fase finale – dagli ottavi fino alla finale, appunto – si gioca tutta in Germania, con gare secche. L’Inter è un rullo compressore, anche grazie a Lukaku Lautaro (LuLa per tutti), che a fine stagione sarà la migliore coppia realizzativa, alle spalle degli inarrivabili Lewandowski-Gnabry. Il sogno europeo dei nerazzurri, però, si ferma in finale. Uno sfortunato autogol proprio di Lukaku regala il trofeo al Siviglia. Ciò però non cancella lo straordinario percorso – seppur nella competizione europea minore – fatto dai ragazzi di Conte.

(Photo by Lars Baron/Getty Images)

A fine agosto, nell’ormai famosa Villa Bellini va in scena il lungo incontro tra la società e l’allenatore, molto polemico con la dirigenza per tutta l’estate. Il presidente, Steven Zhang, presente al summit, riesce a ricucire lo strappo ed insieme programmano la nuova stagione.

Settembre – Dicembre

Il mercato estivo – diventato nel frattempo autunnale – porta a San Siro diversi colpi tra giovani e più esperti. Dal Real Madrid arriva Achraf Hakimi, esterno classe 1998, mentre ad alzare l’età media (e l’esperienza) della squadra ci pensano Aleksandar Kolarov ed Arturo Vidal, arrivati per pochi spiccioli rispettivamente dalla Roma e dal Barcellona. Infine, negli ultimi giorni di mercato, dal Parma viene acquistato Matteo Darmian. A salutare, invece, sono Diego Godin – girato al Cagliari – e Cristiano Biraghi, rientrato a Firenze.

Il campionato comincia piuttosto bene, ma si nota subito un cambiamento nell’atteggiamento di Conte, sia a livello comunicativo che tattico. L’Inter non è più compatta nel suo 3-5-2, più attenta a difendere che ad attaccare, ma gioca con un piglio decisamente offensivo. I risultati maturati contro Fiorentina (4-3 al cardiopalma) e Benevento (5-2 più tranquilli) ne sono una prova. La prima – ed unica – sconfitta stagionale è una mazzata. L’Inter, quattro anni dopo l’ultima volta e complici anche alcune pesanti assenze per covid, torna a perdere un derby in campionato: il Milan, grazie ad una doppietta dell’highlander Ibrahimovic, vince la stracittadina e vola in testa alla classifica (dove resterà fino al termine del 2020). Dopo quella sconfitta, però, in campionato è quasi una marcia trionfale: sei vittorie e tre pareggi, nelle nove partite successive, portano i nerazzurri al secondo posto con un solo punto di distacco dal Milan capolista. E non è un caso se il tutto sia coinciso con il ritorno al solito 3-5-2, che ha regalato più gioie che dolori ad Antonio Conte. Purtroppo però, nel modulo del salentino non trova spazio Christian Eriksen, ormai semplice gregario a cui vengono concessi pochi (o zero) minuti.

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

In Europa il discorso, purtroppo, è ben diverso. L’urna di Nyon regala un girone alla portata dei nerazzurri: a parte il Real Madrid, comunque lontano dagli anni migliori, nel gruppo dell’Inter ci sono Borussia M’GladbachShakhtar, demolito qualche mese prima in Europa League. Il percorso inizia male, con due pareggi contro i tedeschi e gli ucraini, poi con il Real arrivano due sconfitte e la situazione sembra già delineata: fuori ai gironi, anche quest’anno. Nel penultimo turno, la vittoria dello Shakhtar contro il Real e la grande prova offerta dall’Inter in casa dello Gladbach, posticipano ogni verdetto all’ultima giornata. Per l’Inter è un aut aut: deve vincere per qualificarsi agli ottavi di finale (e sperare che il Real faccia il suo con il Gladbach), altrimenti è fuori, anche dall’Europa League. Le merengues non sbagliano, i nerazzurri sì: zero a zero San Siro contro lo Shakhtar ed addio Europa.

Delusione e sconforto sono i sentimenti che animano l’ambiente nerazzurro, ma la medicina sta tutta in Antonio Conte, ritrovatosi, suo malgrado, nel proprio habitat naturale: giocarsi lo scudetto senza il “fastidioso” impegno delle coppe europee. Riuscirà l’ex bandiera della Juventus a riportare gli eterni rivali sul tetto d’Italia? Lo scopriremo nel 2021.