Riavvolgendo indietro il nastro di questo assurdo, drammatico ed imprevedibile 2020, la Lazio è passata dal sogno alla realtà, nello spazio di un lockdown. Quando l’Italia si è arresa al Covid, decidendo finalmente la serrata, a partire ovviamente dal calcio, la più importante delle cose meno importanti, la squadra di Simone Inzaghi era seconda, con 62 punti, ad un solo punto dalla Juventus capolista. Lanciata da una striscia iniziata mesi prima, che aveva lanciato i biancocelesti all’inseguimento di una Juve mai così in difficoltà.
È in quel momento che la parola “scudetto” inizia a fare capolino dalle parti di Formello. Dove non se ne parlava almeno dal 2001, ultime battute della gestione Cragnotti. Era l’8 marzo, e il recupero tra Juve e Inter si era giocato a porte chiuse. Fino a quel momento, la Lazio formato 2020 era messo insieme un bottino impressionante: otto vittorie e un pareggio. Tutti ibernato, per tre mesi, prima di tornare finalmente in campo, a giugno, per la 27esima giornata. Il lungo stop, però, ha spezzato l’incantesimo e inceppato i meccanismi del rodato 3-5-2 di Simone Inzaghi.
La Lazio non è più la Lazio, e inanella una serie sconfortante di risultati negativi. Cade subito, dopo essere passata in vantaggio 2-0, contro l’Atalanta. Dopo aver guadagnato le prime pagine con imprese come la vittoria sull’Inter, sarà un’estate amara e ricca di rimpianti. La sconfitta, rumorosa, per 3-0, contro il Milan, allontana definitivamente i biancocelesti dalla Juventus capolista. Scivolata a sette punti dal primo posto, la Lazio si abbandona alla disillusione, incappando in un ciclo di un punto in cinque giornate. Si fa rimontare da Inter e Atalanta, distanziata di 14 punti prima del lockdown, chiudendo al quarto posto.
Che vuol dire ritorno in Champions League, obiettivo comunque prestigioso e preventivato da pochi a inizio stagione. Alla ripresa della stagione, dopo un mercato ancora da decifrare, che ha portato a Roma un solo papabile titolare, Fares, e qualche seconda linea, il fil rouge sembra lo stesso del post lockdown. Risultati incostanti, una difesa che ha perso ogni certezza e incassato già 23 reti in 14 giornate, hanno spinto la Lazio fino all’ottavo posto. Lontana dai sogni di inizio anno, ma con un’oasi di felicità: la Champions League. Nell’Europa dei grandi, la Lazio ha dato il meglio di sé, superando il girone da imbattuta e accedendo agli ottavi di finale. Dove, a marzo, la aspetta il Bayern Monaco campione continentale in carica.