Serie A, il 2020 della Fiorentina: il progetto Commisso non decolla

Vlahovic

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Dopo una stagione disastrosa, la Fiorentina ha chiuso il lunghissimo campionato 2019/2020 a metà classifica. Un passo avanti, ma i presupposti erano ben diversi. Rocco Commisso, diventato presidente della Viola il 9 giugno 2019, ha puntato tutto sulla permanenza di Federico Chiesa e sul colpo Ribéry. Scelte che, insieme alla conferma di Vincenzo Montella in panchina, non hanno portato i frutti sperati. A fine anno, così, arriva Giuseppe Iachini, chiamato a risollevare le sorti di una squadra di nuovo in lotta per la retrocessione. Il 2020 della Fiorentina riprende con appena 17 punti in 17 gare.

Nelle partite successive, prima dello stop al Campionato causato dal lockdown, i Viola ritrovano compattezza e fiducia. Gli uomini di Iachini infilano una serie di quattro risultati utili, compresa la vittoria contro il Napoli, portandosi a +9 dalla terzultima. Arrivano quindi le sconfitte, preventivabili, contro Juve e Atalanta, prima della goleada alla Sampdoria e di due pareggi. Alla sosta forzata il vantaggio sulla zona calda si riduce a soli 5 punti. Con il ritorno in campo, solo il ruolino di marcia delle dirette concorrenti alla salvezza tiene a galla la Fiorentina. Che, dalla 30esima giornata, ritrova smalto e orgoglio. Mette insieme 18 punti nelle ultime nove giornate, chiudendo al nono posto, a pari punti con Verona e Parma.

In estate, la sofferta cessione di Federico Chiesa è il preludio ad una prima parte di campionato decisamente difficile. Arrivano Bonaventura, Callejòn e Borja Valero a parametro zero, e davanti si punta su Kouamé, arrivato a gennaio insieme a Cutrone, e sul giovane Vlahovic. I risultati, però, latitano, e Iachini, confermato con molte riserve, viene esonerato dopo sole 7 giornate. A riportare entusiasmo a Firenze torna Cesare Prandelli, condottiero dell’ultima grande Fiorentina formato europeo, quella della stagione 2009/2010. Una scelta che, sin qui, non ha sortito alcun effetto. Anzi, l’andazzo, nelle prime sette partite, è stato poco meno che da incubo. Tre pareggi, tre sconfitte ed una sola, potenzialmente risolutiva, vittoria, il 3-0 in casa della Juventus, ultimo atto del 2020.

L’augurio è che il 2021 serva a fare chiarezza, e riportare la Fiorentina dove merita di stare, almeno nella parte sinistra della classifica.