La nuova idea che potrebbe nascere in Serie A è quella della Salary Cup per contenere il tetto degli ingaggi e delle spese in generale e per garantire soprattutto la parità di competitività tra le squadre del campionato. L’idea che in questo momento starebbe prendendo in considerazione la Lega Serie A è presente da anni nel mondo americano della NBA ed anche il mondo del calcio si è aperto alla gestione economica delle spese e degli ingaggi, con sia la UEFA che ha intrapreso questa strada e sia con la Liga che tuttavia agisce in maniera diversa rispetto al Salary Cap.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, la Serie A sta pensando di intraprendere la strada del Salary Cap per gestire i costi di tutte le società, regolare il tetto degli ingaggi e soprattutto cosi facendo, garantire la competitività di tutte le società in corsa nel campionato. Tuttavia, esistono due tipologie di salary cap: uno è quello relativo al modello americano, l’altro ha trovato strada in Spagna, in Liga. Quello dell’NBA parla di un sistema ormai consolidato, nato
addirittura alla metà degli anni ’80. Storicamente l’obiettivo non è stato tanto quello del contenimento dei costi, quanto della parità competitiva delle diverse franchigie. Attraverso un salary cap uguale per tutti, si vuole favorire il massimo dell’equilibrio. ogni sconfinamento, ha un costo, la famosa luxury tax, che ogni squadra è costretta a sottoscrivere. Non solo, il salary cap ha anche un fratellino, il salary floor, cioè un budget salariale minimo
che si attesta intorno al 90 per cento del salary cap.
L’altro modello della Liga è completamente diverso, in questo caso infatti vi è l’analisi dei bilanci dei club a produrre una soglia che viene fissata dalla stessa Liga e che non si può superare. In quel caso, quindi, più che la parità competitiva si vuole assicurare la solidità del sistema, cioè agganciare il monte ingaggi ai ricavi, depurati peraltro dalle plusvalenze. È il sistema che ha costretto il Barcellona alla violenta ricostruzione in estate, che è culminata con l’addio di Messi.