LICENZIAMENTO MALDINI – Uno dei momenti calcistici più discussi del 2023 è senza dubbio il licenziamento di Paolo Maldini dal Milan, club in cui l’ex numero 3 ha scritto letteralmente la storia del calcio, diventando per diritto ottenuto sul campo uno dei difensori più forti ed emblematici di questo sport.
Per gli amanti di questo sport e soprattutto dei colori rossoneri uno scenario simile sembrava impossibile da realizzarsi. Il licenziamento di Paolo Maldini non può passare – e non passerà mai – come un semplice fatto di cronaca sportiva. All’inizio del mese di giugno la proprietà americana, capitanata da Gerry Cardinale, ha deciso d’intraprendere un nuovo cammino senza la storica bandiera del Milan e Frederic Massara. Notizia che ha inevitabilmente sconvolto i tifosi del Diavolo, orfani ormai di una figura così carismatica e influente come quella di Paolo.
Dopo aver vinto da dirigente protagonista il 19º Scudetto nella stagione 2021-2022, nell’estate successiva – precisamente a giugno – Paolo Maldini è stato licenziato da Gerry Cardinale, il quale a sua volta gli ha preferito l’intelligenza artificiale: nel dettaglio, il nuovo Milan si è affidato agli algoritmi di Billy Beane, ideatore di Moneyball. Considerato probabilmente un ostacolo, data la sua storia, l’ex numero 3 rossonero ha dovuto lasciare l’ufficio di Milanello per volere della nuova proprietà americana.
“Io individualista per Cardinale? Si confonde con la volontà di essere responsabile delle decisioni previste dal ruolo. Il confronto quotidiano è una benedizione. Un ex calciatore di alto livello è abituato al giudizio ogni 3 giorni. Come dirigente sono cresciuto, nei primi 6 mesi mi sentivo inutile. Leonardo mi diceva: stai solo imparando. Non è facile interloquire con un fondo americano o un Ceo sudafricano. Voleva che vincessi la Champions, ma aveva già deciso di mandarmi via. Spiegai che serviva un piano triennale. Da ottobre a febbraio l’ho preparato con Massara e con un mio amico consulente: 35 pagine di strategia sostenibile e necessità del salto di qualità, mandate a Gerry, a due suoi collaboratori molto stretti e all’ad Furlani“. Così Paolo Maldini in una recente intervista rilasciata ai taccuini di Repubblica. A distanza di mesi, il suo addio pesa ancora sull’umore dei tanti tifosi del Milan, che mai avrebbero voluto assistere a tale momento.